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Fumetti – “Odissea a tavola”: intervista a Quino

Tavole imbandite, critica sociale e tanta immaginazione: il creatore di Mafalda si racconta

di Nicola D’Agostino

Fumetti - "Odissea a tavola": intervista a Quino

"Odissea a tavola", pubblicata in Italia da Magazzini Salani, è l’ultima raccolta umoristica a fumetti firmata da Joaquín Salvador Lavado Tejón, meglio noto come Quino. Nel libro il celebrato fumettista argentino rivolge tutte le sue attenzioni all’ambito gastronomico, offrendoci illustrazioni, vignette e strip che compongono un ritratto divertente, irriverente e spesso amaro da digerire dei peggiori comportamenti umani a tavola e in cucina.

Abbiamo contattato l’autore per fargli qualche domanda.

Come nascono i suoi disegni umoristici? Prende appunti o fa schizzi quando le viene un’idea?  

Freud ha detto che il lavoro creativo è come mettersi a letto col proposito di sognare di stare con tre belle ragazze. È impossibile! I sogni non si possono programmare. E io non potevo programmare le idee che mi venivano in mente. Qualche volta c’era una notizia che mi faceva arrabbiare; allora mi impegnavo a fare qualcosa sull’argomento per sbollire la rabbia. Oppure, ascoltando un disco, un concerto, guardando un film oppure osservando i passanti.
Di solito facevo prima dei bozzetti a matita e poi ripassavo a china. In generale non usavo prima la carta da disegno ma un block notes dove abbozzavo idee confuse e non finite che raccoglievo in una cartella; le usavo come miniera di idee.

Le vignette di "Odissea a tavola" sono inventate o ce ne sono alcune ispirate da fatti reali?

Frutto di immaginazione, la vignetta introduttiva, quella di “Oggi spaghetti” è un esempio concreto.

Quino - Odissea a tavola - dettaglio da pag. 9

Qual è il suo rapporto con il cibo? Cosa le piace mangiare?

Data l’età e soprattutto gli acciacchi il mio attuale regime alimentare è scandito dai medici. Quello che accade ormai al ristorante dove nel menù c’è di tutto meno che un piatto di pasta e ceci, per esempio. Anche lì devi mangiare quello che vogliono gli altri.

Quino - Odissea a tavola - pag. 12

Da decenni è un osservatore ironico e impietoso dei comportamenti umani. Cosa la diverte di più? Cosa le provoca più rabbia?

Direi che c’è poco da divertirsi oggi. Basta guardarsi intorno, leggere il quotidiano o ascoltare un notiziario per arrabbiarsi, e anche tanto. Puoi fare una rivoluzione, ma per la gente non cambia mai nulla.

Ha vissuto per diverso tempo in Italia per poi tornare in Argentina: che differenze ha trovato, se ci sono, tra la vita a Milano e Buenos Aires? Cosa le è mancato di più?

In realtà la mia vita ora si svolge tra Buenos Aires, Madrid e Parigi. Ogni tanto mi capita di tornare a Milano – sino a tre anni fa avevo un casa – le posso dire che Milano è cambiata tantissimo, in peggio purtroppo.

Le è mai venuta voglia di ricominciare a fare le strisce di Mafalda?

Riprendere Mafalda non avrebbe senso. Gli Anni Sessanta sono un tempo che non tornerà mai più. C’era la speranza che la politica potesse cambiare le cose: oggi l’economia conta più della politica.

Nota: tutte le immagini sono Copyright di Joaquín Salvador Lavado (Quino), Caminito S.a.s. Agenzia Letteraria e per l’edizione italiana, Adriano Salani Editore.

Una versione di questo articolo è stata originariamente pubblicata su Panorama.it