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“Marbles”: ma l’artista deve proprio essere pazzo?

Ellen Forney è bipolare: dovrà scegliere se sentirsi bene o essere creativa?

di Serena Di Virgilio e Nicola D’Agostino

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Quando le dicono che è bipolare, Ellen rifiuta di curarsi: appena entrata nel ‘Club Van Gogh’ degli artisti pazzi, non ha poi così fretta di uscirne. Dopotutto, è nel pieno di una fase maniacale che la fa sentire splendidamente, e teme che i farmaci la “spengano”. Ma quando arriva l’inevitabile fase depressiva, sta così male da ripensarci.

“Marbles. Mania, depressione, Michelangelo e me”  è un fumetto autobiografico di Ellen Forney, pubblicato in Italia da Edizioni BD  nella collana “Psycho Pop”. È il resoconto degli anni passati a combattere con il disturbo bipolare, una forma di psicosi che alterna umori anche estremamente diversi, dall’euforia alla disperazione. Ma dal momento che “la pazza” è una fumettista dalla personalità esuberante e creativa, “Marbles” è anche l’occasione per riflettere sulla figura dell’artista tutto genio e sregolatezza.

Il primo ostacolo da superare è riconoscere di avere un problema. La lista dei sintomi calza a pennello, il rischio di farsi del male è concreto, ma la sensazione di onnipotenza e fiducia in se stessa nella fase maniacale non portano tanto a negare la diagnosi, ma piuttosto a sottostimarne la portata e la pericolosità.
Forney si identifica fortemente con la sua creatività, e il timore di smorzarla con degli psicofarmaci la porta a rifiutare gli stabilizzanti dell’umore. Si sente forte e combattiva, quindi perfino rilassarsi, fare yoga, dormire e mangiare regolarmente (come le suggerisce la sua psicoterapeuta) le sembra più o meno inutile.

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Dopo qualche mese, però, Ellen si ritrova a trascinarsi dal letto al divano. Sofferente e comunque incapace di produrre a causa della depressione, l’idea di provare un sostegno farmacologico diventa accettabile.
Lungi dall’essere una soluzione facile e immediata, l’assunzione di psicofarmaci si rivela tanto un aiuto quanto un calvario. Effetti collaterali, rischi, poca efficacia portano la sua psicoterapeuta a farle provare terapie e associazioni diverse. L’umore continua ad altalenare in maniera più o meno vertiginosa e ci vogliono anni per trovare un equilibrio accettabile, ma alla fine Forney ci riesce.

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La sorpresa più grande è nel rendersi conto che, laddove la sindrome bipolare fa sicuramente parte di lei, certi eccessi visti a posteriori non sono più così fantastici, e finivano di fatto con l’ostacolare la produttività.
Il libro stesso è la gioiosa testimonianza di come un umore più sereno abbia aiutato la concentrazione e la creatività dell’autrice, e il messaggio inerentemente positivo che non sia necessario autodistruggersi per avere qualcosa da dire.

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Per quanto pieno di testo, il libro resta efficacemente fumettistico, con una dimensione visuale forte.
Lo stile del disegno va da una sintesi quasi pupazzettosa fino a ritratti più realistici e dettagliati, ma comunque accomunati dal tratto morbido e spesso. I disegni “terapeutici” risalenti ai periodi più problematici hanno un tratto ruvido e sono molto più grezzi, emotivamente crudi.

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“Marbles”  è un volume cartonato di 256 pagine in bianco e nero. È pubblicato da Edizioni BD che lo propone a 18 euro.

Nota: tutte le immagini sono copyright di Ellen Forney e Edizioni BD.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su Panorama.it