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Facile e bello il futuro del video secondo Apple

Costi ridotti, portabilità e qualità al centro dell’offerta della mela. Con l’aiuto dei PowerMac G5, del Firewire e di prodotti nuovi e migliorati. Ecco tutto quanto bisogna sapere.

di Nicola D’Agostino

Sono decisamente notevoli i cambiamenti introdotti da Apple nella linea di software per il video.

Al centro della strategia commerciale di Cupertino si trova ora lo standard professionale ad alta definizione HD, introdotto non solo nella nuova versione di Final Cut Pro, ma anche in DVD Studio Pro. La novità della proposta di Apple, è nella possibilità, grazie all’alleanza con Panasonic, di fare editing “native”, cioé senza i passaggi di compressione e decompressione necessari sinora. I vantaggi sono molteplici: maggiore qualità delle riprese e del prodotto finale, maggiore versatilità di formati (oltre all’Hd sono disponibili i classici Dv e Sd), minore volume e dimensione dei dati e sopratutto un notevole abbattimento dei costi.

Nello specifico non è più necessario l’uso di costose schede di acquisizione (grazie al protocollo Firewire) nè l’uso di monitor specifici (si può avere un’anteprima sullo stesso monitor Lcd su cui si effettua il montaggio) nè tantomeno ciclopici sistemi di archiviazione. Apple naturalmente suggerisce e propone l’uso di una soluzione Raid per maggiori prestazioni, nello specifico il suo Xserve a cui abbinare la new entry per lo storage area network Xsan ma è possibile “limitarsi” ad una combinazione basata sui potenti PowerMac G5 (ben carrozzati di Ram, almeno 4 GB) e di monitor Cinema Hd Display (di 23 pollici) a meno di 5000 dollari, confrontabili produttivamente con stazioni dedicate dal costo (e dal peso, spesso alcune decine di chili) notevolmente superiore. Con qualche sacrificio sulla performance è possibile optare anche per
gli apprezzati Powerbook, come i recenti modelli a 15 e 17 pollici, dotati di processori G4 più veloci e di schede video migliori, che offrono il vantaggio di una soluzione produttiva, funzionale e estremamente portabile.

Da tenere presenti alcune sinergie fra i prodotti. L’introduzione dell’HD ad esempio permette una qualità ed una elaborazione migliore in Final Cut Pro HD, con risoluzioni e uno spazio colore maggiore mentre l’uso invece del Firewire e delle cpu G5 permette di avere un flusso di dati costante (fino a 10 stream contemporanei).

Molte delle nuove caratteristiche sono il risultato di richieste degli utenti, come nuovi tipi di morphing e warping nel pluripremiato Shake o l’anteprima in tempo reale degli effetti e la progettazione e visualizzazione grafica dei menù dei Dvd in Dvd Studio Pro, tutta a colpi di clic e drag and drop.

Estremamente curata l’interazione anche nel nuovo prodotto Motion, che mette a buon uso innovazioni come le gestures o l’uso di tavolette grafiche, offre funzioni altamente intuitive e basate su librerie di effetti già pronti e lavora in stretto contatto con le altre applicazioni e con programmi di riferimento come Photoshop.

Nonostante il prezzo ridotto, Apple precisa che Motion non si pone in concorrenza con After Effects di Adobe ma è piuttosto uno “strumento aggiuntivo consigliato” professionisti del video (anche se forse un po’ esoso in termini di richiesta hardware, aggiungiamo noi). L’intenzione di Apple per Motion è che sia il Final Cut Pro dell’animazione grafica, e che ne replichi la fortunata parabola come strumento accessibile nuove categorie di utenti quali i registi indipendenti, condividendone la fortunata filosofia, vero e proprio motto dell’azienda: “rendere facile e semplice ciò che è complesso”.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it