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“F (working title)”, il film a scatti di Patryk Rebisz

Sembra un cortometraggio come tutti gli altri, magari un po’ più breve, caratterizzato però da un bizzarro andamento sincopato. Il perché di questo ritmo sta nella tecnica di “regia”, che sfrutta una fotocamera anziché una videocamera.

di Nicola D’Agostino

Patryk Rebisz è un fotografo statunitense che si è avvalso della collaborazione di un piccolo gruppo di amici (cinque per la precisione) con cui ha narrato in soli 4 minuti una giornata di avventure (e disavventure) di una ragazza a spasso per New York.

L’aspetto originale è che Rebisz ha creato il cortometraggio usando non una cinepresa ma la sua macchina fotografica digitale, una Canon Eos 20D e assemblando poi tutti gli scatti (alla frequenza di 5 al secondo) con un programma amatoriale di Sony.

Il risultato, intitolato “F (working title)”, è un filmato dal ritmo sincopato ma dalla narrazione ipnotica e avvincente (e con una colonna sonora composta solo dal click della macchina fotografica), già visto online da più di 30 mila persone.

Una dimostrazione di come anche la tecnologia povera, se coniugata a inventiva e a un pizzico di abilità tecnica, può dare risultati inattesi e strabilianti.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it