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Esempi di social software

Dalla teoria alla pratica, ecco cosa si trova in giro per la Rete.

di Nicola D’Agostino

Il social software è un calderone ribollente in cui sono stati ricondotti anche posta elettronica (pensiamo alle mailing list) e chat (irc, instant messengers): sono però le “new entry” che attirano più di tutti l’attenzione di utenti e studiosi. Tra queste ci sono indubbiamente i “diari aperti” di LiveJournal o ancora i servizi di Blogger (e gli “eredi” italiani come Clarence, Splinder e Tiscali) e il software Movable Type che hanno dato luogo all’esplosione dei blog a livello mondiale, finendo per invadere in alcuni casi il territorio della cronaca e del giornalismo.

Altro esempio lampante di software sociale è Open Content, sistema collaborativo per distribuire e condividere contenuto legale o la comparsa a profusione dei Wiki, cioè sistemi di creazione di enciclopedie “aperte” (al contributo di terzi) sui temi più svariati. Allo stesso ambito appartengono programmi come SubEthaEdit progettati esplicitamente per la redazione a più mani o ancora la nuova versione di Netomat, che da meta-browser che reinterpretava i siti visitati è diventato un sistema di realizzazione, pubblicazione e condivisione di contenuti multimediali personali.

Trattazione a parte meritano i siti che sfruttano il concetto “amico di un amico” per creare mappe di contatti, relazioni ed amicizie tra gli iscritti, al fine di semplificare e stimolare la socializzazione. Il risultato collaterale, oltre a quello di tracciare grazie ad Internet, intricate ed affascinanti mappe di relazioni su scala globale, è di fare addirittura concorrenza a noti servizi di annunci personali come Match.com e Yahoo! Personals.

La categoria è saldamente capitanata da Friendster che a settembre del 2003 aveva già più di un milione di iscritti e una lunga lista di concorrenti e imitatori. Tra questi Tribe.net, Evite, Emode), FoaF (acronimo che sta per “Friend Of A Friend”), Everyone’s Connected, Huminity e addirittura anche Plaxo ideato da Sean Parker, co-fondatore di Napster.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it