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Panorama – E-book, Quintadicopertina: intervista a Fabrizio Venerandi

Alcune domande per capire meglio a cosa punta e a che pubblico si rivolge la nuova casa editrice di ebook interattivi.

di Nicola D’Agostino

quintadicopertina.com - logo

Dietro Quintadicopertina la giovane casa editrice di e-book interattivi c’è lo scrittore e sperimentatore narrativo multimediale Fabrizio Venerandi.

Lo abbiamo interpellato e gli abbiamo chiesto di spiegarci i come e i perché di un’ambiziosa iniziativa editoriale che punta a sfruttare il potenziale tecnologico degli e-book e offrire al lettore di essere regista del testo che sta leggendo.

Chi c’è dietro Quintadicopertina?
Il cuore della casa editrice è gestito da me e da Maria Cecilia Averame. Io mi occupo della parte tecnica e seguo in particolare la collana delle Polistorie, mentre Maria Cecilia ha in mano tutto ciò che riguarda la comunicazione e la polinformazione.
Ci aiutano una serie di collaboratori responsabili di diversi progetti specifici: Carla Fresta dello studio Editoriale Scarlet si occupa della collana dei Poliviaggi, Alessandro Milanese e Alessandro Romeo seguono la collana dei Jukebooks, Marko Tardito firma la grafica delle cover.
Poi ci sono i nostri autori, con i quali abbiamo un rapporto creativo che spesso va oltre quello tradizionale: da Enrico Colombini, storico programmatore e game designer, ad Antonio Koch che è invece uno scrittore capace di passare dal teatro, ai libri per bambini, alla scrittura nervosa del web.

Quali sono le vostre prime proposte editoriali?
Il punto centrale della nostra proposta editoriale è quello di fare libri digitali che non potrebbero esistere sulla carta. Letture che nascano già come idee nuove di scrittura, svincolate dal concetto di libro tradizionale.
Con la collana delle Polistorie proponiamo una serie di narrazioni interattive, in cui il lettore può interagire con i personaggi o gli eventi, creando diversi percorsi di lettura dinamica.
Con la collana della Polinformazione pensiamo a ebook che facciano informazione utilizzando l’accesso dinamico del web: ipertesti, link, tag per dare al lettore la possibilità di accedere alle informazioni che desidera e con il grado di approfondimento che vuole.
Per i Poliviaggi stiamo lavorando a guide di viaggio modulari in cui si può navigare tra arte, cultura, eventi, seguendo le relazioni tra i luoghi e la loro storia, mentre il progetto di Juke-books vuole creare un jukebox narrativo, in cui è il lettore a scegliere quali racconti devono o non devono fare parte del proprio libro personalizzato, diverso da quello che potrebbe assemblare un altro lettore.

A che pubblico vi rivolgete?
Crediamo in lettori curiosi, che utilizzano quotidianamente il web e che sappiano riconoscere nei nostri ebook un punto di intersezione tra il buon prodotto editoriale e l’accesso dinamico tipico della rete.

A cosa puntate nel primo anno di attività?
Ci piacerebbe che tra un anno si fosse capito che il libro digitale è un prodotto culturale di pari dignità di quello cartaceo, ma che ha regole proprie e dinamiche autonome rispetto al libro tradizionale.
Se il fenomeno ebook si riducesse ad una lotta tra il libro cartaceo e un libro digitale con gli stessi contenuti di quello cartaceo, sarebbe una lotta esclusivamente economica e di mercato.  Quello che stiamo cercando di fare è invece spostare l’attenzione sui contenuti e sulle caratteristiche originali dell’ebook, per creare nuove forme di accesso alla parola scritta che si affianchino a quelle che esistono già. Vogliamo anche alzare l’asticella della qualità minima del libro digitale, perché non diventi solo un ‘clone’ del libro di carta ma anzi, acquisti una identità propria attraverso contenuti fatti ad hoc e con cura.

Siete stati al Salone del Libro di Torino: impressioni a caldo? È proprio vero che il 2010 sarà l’anno dell’ebook per gli italiani?
Sì, siamo stati al Salone ed è stato davvero straniante: circondati da libri di carta, tutti parlavano di ebook ma se ne vedevano davvero pochi. Il 2010 sarà l’anno degli ebook in Italia, quella che fino a ieri era una azzardata sperimentazione oggi è qualcosa in cui tutti i grandi editori vogliono cimentarsi. Nel corso dell’anno partiranno diverse piattaforme di distribuzione, il panorama da qui a sette mesi sarà radicalmente diverso. È una accelerazione a tratti furiosa: ci stupisce che tutti vogliano fare ebook, ma davvero pochi si interrogano su *cosa* sia un ebook.

Articolo originariamente pubblicato su Panorama.it