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Dvd Jon, un inno al Fair play?

Fra scontri legali e inseguimenti fra gli host non conoscono tregua le iniziative (e le immancabili controiniziative) per eludere la protezione Drm – Digital rights management – dei file audio di Apple. Scende in campo anche Free Software Foundation.

di Nicola D’Agostino

L’implementazione del codice di Jon “Dvd Jon” Johannsen ha avuto vita difficile nelle scorse settimane. Il programma Play Fair che permette di infrangere il lucchetto digitale Fair Play dei file Aac e permette il loro ascolto libero (anche se solo ai legittimi proprietari), è stato oggetto di una azione repressiva da parte di Apple, decisa a tutelare i propri diritti lesi impedendone la diffusione.

La prima lettera degli avvocati di Cupertino ha raggiunto l’hosting originario, il noto Source Forge basato negli Stati Uniti contro il quale è stato usato il Dmca (Digital millennium copyright act).
Il progetto è stato quindi spostato sul server sarovar.org, situato in India, apparentemente sicuro perché al di fuori degli accordi legislativi sul copyright.
Anche l’host indiano si è visto tuttavia costretto a cedere di fronte ad un nuovo attacco legale, ufficialmente in attesa di preparare al meglio una difesa alle accuse.
Il silenzio che ha fatto seguito, durato più di due settimane, è stato interpretato da molti come la probabile fine del progetto. Non è così: l’iniziativa è recentemente riapparsa rinnovata nella forma e nella sostanza. Lo chiarisce il blog del medesimo Johannsen, che non solo ha originato il codice alla base, ma riveste tuttora un ruolo di primo piano all’interno dell’iniziativa.

L’ex-Play Fair si chiama ora Hymn (in inglese: “inno”), acronimo che sta per “Hear your music (a)Nywhere” (ascolta la tua musica ovunque), e l’hosting è ancora una volta in India.
Questa volta però conta su un provider dichiaratamente agguerrito e intenzionato a difendere in sede legale il progetto (che ha cambiato nome anche per evitare ogni appiglio su eventuali violazioni di marchio). Non solo: a questo si aggiunge l’appoggio della locale Free software foundation. Hymn, che continua a ribadire la propria natura di strumento per estendere i diritti degli utenti e non di infrazione del copyright, a differenza delle precedenti versioni è ora diffuso sotto licenza libera di tipo Gpl (Gnu public license).

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it