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Digital rights management contro la lettura dei libri

L’editoria elettronica con la protezione dei diritti diventerà un ostacolo all’operato delle biblioteche e di chi preserva e diffonde la cultura. Lo afferma la British Library, che avverte sui pericoli e chiede un cambio di mentalità da parte di editori e legislatori. L’esempio della “licenza di copia” della Deutsche Bibliothek.

di Nicola D’Agostino

L’uso del Digital Rights Management rischia di rendere difficile o addirittura impossibile l’accesso futuro a informazioni e testi: è quanto afferma la British Library che già oggi spende 2 milioni di sterline all’anno, più del 12% del suo budget, nell’acquisizione di pubblicazioni esclusivamente in digitale, perlopiù manuali e saggi.

Queste edizioni sono però spesso gravate da restrizioni e sistemi di protezione che ne regolamentano, o meglio limitano, l’uso, anche e sopratutto quello legittimo. Viste le previsioni, che danno per il 2020 il 90% delle nuove pubblicazioni esclusivamente in forma elettronica, ci sono timori concreti non solo per il presente ma anche per il futuro, impedendo l’accesso pubblico al patrimonio culturale accumulato.

Secondo Clive Field della British Library, si tratta di “una delle sfide fondamentali dei prossimi anni” e la questione ha dato il via ad un’interrogazione parlamentare nel Regno Unito.

L’associazione britannica Laca (Libraries and Archives Copyright Alliance) evidenzia come il Drm non scada al passare dei termini di copyright e come possa essere impossibile fruire del contenuto per l’evolvere delle tecnologie o, nell’impossibilità di reperire i detentori dei diritti per un’autorizzazione anche solo sbloccare i file per motivi legali (la direttiva Eu del 2001/29 lo vieta).

Nel frattempo l’unica soluzione al problema di mettere d’accordo usi consentiti e paure degli editori sembra quella adottata in Germania, dove la Deutsche Bibliothek ha ricevuto un’inusuale “licenza di copia”. La biblioteca ha infatti il permesso esplicito da parte della federazione dell’industria discografica nazionale, dall’associazione dei librai e da quella degli editori, di “craccare” e duplicare testi e altro materiale elettronico per assolvere al proprio mandato, quello di preservare lavori di rilievo in lingua tedesca. In barba al Drm.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it