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“Diario di un fantasma” di Nicolas de Crécy

Viaggio di formazione di un disegno e di un autore

di Serena Di Virgilio e Nicola D’Agostino

“Diario di un fantasma”, pubblicato in Italia da Eris Edizioni, è un romanzo a fumetti in cui il francese Nicolas de Crécy riflette giocosamente sul processo creativo e sul viaggiare.

Nelle prime pagine, de Crécy si prende lo spazio per immergerci in un luogo strano e vagamente familiare al tempo stesso. Con tre grandi vignette per pagina, senza parole e con un punto di vista vagante, l’attacco del libro ci situa in una città abbastanza aliena da spingerci ad osservarla con attenzione.
Presto però le vignette si fanno più piccole e numerose, una gabbia quasi regolare che segue lo sguardo e il flusso di coscienza del protagonista.

Quella che seguiamo mentre vaga per le strade dei distretti commerciali di Nagoya è un’idea di disegno, il progetto di una mascotte. È ancora molto vaga e cerca di prender forma per osmosi sfiorando esempi di successo in Giappone, dove la cultura dell’immagine è così votata al talismano.
Intanto è un pupazzotto piccolo, tondo e bianco, un fantasma che va in giro alla ricerca di un’identità che si confaccia al suo ruolo. Carico di ispirazioni e di incertezze, si veste di segni e abita forme non sue, che poi reimpasta attraverso l’esercizio onirico.
Come personaggio del libro però è già completo: la sua caratterizzazione è proprio nella voce entusiasta, nell’espressione vulnerabile e nella capacità di mutare.

Sull’aereo di ritorno verso la Francia, il disegno-fantasma incontra de Crécy, e i due iniziano a battibeccare. Il disegnatore prende a raccontare della creazione di un suo reportage illustrato di una città brasiliana, un progetto commerciale che non lo entusiasmava, ma che fu comunque occasione di pensare e sperimentare con il suo fare artistico.
Il diario di viaggio si svolge in pagine senza gabbia né riquadri, con una narrazione meno sequenziale, caratterizzate da una tinta marrone che “permette di far capire le cose passate”.

Ma il disegno si stufa di ascoltare e di farsi usare dall’autore per parlare di sé, e si ribella. Riempie le vignette di nulla e mette in stallo il racconto. Dal canto suo, de Crécy lo fa uscire di scena e chiude il libro.
Ed è proprio questa autocoscienza del fumetto stesso a rendere l’opera così movimentata e divertente, fino all’ultima pagina.

“Diario di un fantasma” di Nicolas de Crécy è un volume brossurato con alette di 224 pagine in bicromia. È pubblicato da Eris Edizioni che lo propone a 18 Euro.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su Panorama.it