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Applicando » Da 9 a X e ritorno

Come vivere felicemente destreggiandosi tra Mac OS 9 e Mac OS X, ed essere sempre produttivi grazie a programmi versatili, scelte ben studiate e qualche accorgimento pratico.

di Nicola D’Agostino

Nonostante la spinta vigorosa di Apple verso Mac OS X e l’innegabile e progressivo miglioramento, anche in termini di velocità, di quest’ultimo, il parco utenti Macintosh è ancora ben lontano da una conversione totale e conta ancora migliaia di utilizzatori del "vecchio" Mac OS 9, in barba al funerale celebratogli da Steve Jobs alcuni mesi fa.

Esiste in particolare una vasta fetta di utenti Mac che si trova ai confini tra i due sistemi operativi. In possesso di macchine non nuovissime ma più che adeguate a far girare OS X (pensiamo ai G3 desktop, o agli iMac o ancora ai vecchi Powerbook neri), per un motivo o l’altro, perché hanno esigenze di usare qualche periferica o software che funziona solo con il vecchio sistema (e non va nell’ambiente Classic), o magari perché stanno ancora abituandosi al "nuovo corso", si ritrovano a doversi destreggiare giornalmente o quasi tra i due ambienti, al "riavviare".
La convivenza è solitamente difficile: gli utilizzatori conoscono bene e si muovono agilmente solo in uno dei due Mac OS, bloccati nell’attesa di riprendere il possesso della macchina, dei propri dati, di navigare o vedere la posta o di continuare dove si era interrotto.

Per quanto il salto tra Mac OS 9 ed OS X sia vasto, non è vero che la permanenza in uno dei due debba essere necessariamente votata al sacrificio, anzi. E’ possibile creare due ambienti sostanzialmente equivalenti in cui proseguire senza soluzione di continuità le solite attività (e magari intraprenderne di nuove) che si tratti di svago o di lavoro, se si adopera una efficace combinazione di organizzazione, economia e versatilità. Vediamo insieme come.

Tutto (sempre) a portata di clic

Una delle cose più frustranti in assoluto per la propria produttività è il non avere a disposizione i propri dati dove e quando ci servono. Il Mac OS nel corso degli anni ci ha introdotto a concetti utili e squisitamente efficaci come gli alias e, più di recente, i Preferiti (Favorites nella versione inglese). Questi ultimi sono disponibili sia in tutte le finestre di dialogo sin da Mac OS 8.5 in poi che in vari punti sotto OS X: un menù ("Vai", o "Go" in inglese), una scorciatoia da tastiera (shift+mela+G), un’icona nell barra superiore di ogni finestra).

Il problema sorge quando, dopo aver organizzato religiosamente la cartella dei Preferiti in uno dei due sistemi, scopriamo che i Preferiti dell’altro Mac OS non sono aggiornati, cosa che puntualmente scopriamo nel bel mezzo di qualche operazione complessa, proprio quando ci servirebbe tanto poterci spostare velocemente nella cartella "vario", annidata in qualche oscuro anfratto del nostro disco.

Preferiti di Mac OS X

Invece di copiare o aggiornare di volta una o l’altra cartella dei Preferiti dopo ogni modifica, sfruttiamo invece gli alias a nostro vantaggio. Come? Cestiniamo tranquillamente la cartella Preferiti di Mac OS 9, che si trova nella sua Cartella Sistema ("System Folder" in inglese) e rimpiazziamola con una scorciatoia di quella di Mac OS X, che si trova in "Libreria" ("Library" in inglese) nella cartella "Inizio" ("Home" in inglese) dell’utente che stiamo usando.

alias in Cartella Sistema Mac OS 9

Già che ci siamo, poi, mettiamo qualcuno di questi alias anche altrove, ad esempio sulla scrivania del Mac OS 9 (è la cartella chiamata "Desktop Folder " allo stesso livello di quella Sistema) se volete anche su quella di Mac OS X e nella vostra cartella Inizio (o anche in quella "Computer ", insieme alle icone dei dischi e del Network). Gli alias occupano poco spazio e in questo modo avremo un modo pratico, automatico ed efficace per perdere meno tempo possibile nelle fasi di apertura e salvataggio dei dati.

Sempre ispirato al concetto di economia dovrebbe essere la gestione dell’accesso ai programmi installati. Nel caso di programmi di tipo Carbon, e cioŽé di quei programmi che possono indifferentemente essere eseguiti sia su Mac OS 9 che, senza emulazione, su X, la scelta è ottima e possiamo tenere una sola copia sul disco, creando un alias dove necessario, magari senza toccare nulla in /Applicazioni ( "/Applications ") ma organizzando una cartella per sistema, con gli alias di tutti i programmi, organizzati per tipologia, da mettere nel dock di OS X e nel Menù Apple (e/o sulla scrivania) del 9.

Dischi alieni e nomi lunghi

Per la serie "la prudenza non è mai troppa" spendiamo qualche parola su due aspetti che, se trascurati, possono complicarci la vita, invece di facilitarcela.

Il primo è che laddove avere Mac OS X e il 9 su due partizioni o su un unico disco non è un dettaglio cos“ importante (può essere utile al momento dell’avvio), lo è invece che il disco su cui sono messi Mac OS 9, i suoi programmi e i dati non sia assolutamente di tipo UFS (Unix File System). Il risultato sarà non solo di rendere inutilizzabile il vecchio system e stragrande maggioranza dei programmi ma anche di rendere inaccessibile il contenuto al di fuori di OS X. I dischi di tipo UFS infatti sono una prerogativa di quest’ultimo (e di altri OS come Linux, ma questo, come si suol dire, è un altro discorso) e non vengono visti da Mac OS 9 e precedenti. Fate bene attenzione, dunque a non usarlo per i dati che volete avere sempre a disposizione.

Secondo avviso è quello relativo al "vecchio" limite dei 31 caratteri nei nomi dei file.

tre file dal nome molto lungo in OS X con variazione solo in coda

E’ vero che Mac OS 9 anche se non riesce a mostrare il nome per intero mantiene l’informazione nella sua interezza, ma lo fa aggiungendo dei caratteri senza senso alla fine, limitando così ancora di più lo spazio per il nome.

come si vedono i nomi dei file troppo lunghi in Mac OS 9

In altre parole: si può usare senza remore la lunghezza concessa da OS X ma è un’ottima idea fare in modo che i primi 25 caratteri (circa) contegano la parte saliente della descrizione.

I programmi nostri alleati

Il discorso di organizzazione ed economia si può applicare con risultati proficui non solo all’organizzazione di file e cartelle nel Finder ma anche ai programmi di produttività personale e professionale.

La cosa funziona a due livelli.

Se è prevedibile che, visto il lungo passato della piattaforma Macintosh, la scelta sia ampia e si riesca quasi sempre a trovare programmi equivalenti o simili in Mac OS 9 ed OS X, non bisogna trascurare i vantaggi di usare lo stesso programma, che si tratti di un applicativo Carbon cioé, come dicevamo, funzionante in entrambi gli OS oppure di due versioni per i rispettivi sistemi. Il plusvalore di usare, ad esempio, sempre AppleWorks, disponibile sia per 9 che per X, è quello di una estrema linearitˆ e praticità delle operazioni. Il programma non solo apre e salva negli stessi formati ma l’interfaccia, le funzioni e i meccanismi sono gli stessi e ci permettono di risparmiare sugli sforzi e sulle operazioni d’uso e di focalizzarci sul compito, non sul mezzo.

Alcuni esempi possono essere quelli per il word processing con il già citato AppleWorks, sia in vendita che allegato gratuitamente da Apple alle macchine consumer (iMac, eMac, iBook), o gli editor per l’elaborazione di codice (e di tag HTML) come BBEdit, di cui esiste una versione commerciale per OS X ma anche una gratuita per il 9 e quello freeware CreaText.

Le due versioni dell'editor HTML CreaText

Per completezza segnaliamo anche che chi installa il pacchetto per sviluppatori fino a Jaguar scoprirà (guardando in "/Developer/Applications/Extras") che invece di TextEdit è possibile usare le versioni per Mac OS X del glorioso SimpleText e del più recente WorldText.

Messaggi e preferenze: uno per tutti e tutti per uno?

Un livello ancora maggiore di produttività viene da quei programmi che non solo sono disponibili in versione identica o molto simile nei due Mac OS ma che possono condividere i dati, come nel caso di numerosi programmi per Internet. Pensate alla possibilità di navigare per pagine web con i propri bookmark sempre a portata di mouse, di accedere a tutti siti ftp privati senza dover inserire login e password dei propri account o ancora o di gestire la posta in maniera trasparente e con tutte le cose al posto giusto, come firme e indirizziari.

Fantascienza? No, piacevole realtà grazie a versatili programmi multiversione come il mailer Eudora o il client per i newsgroup MacSOUP o ancora parecchi web browser.

Nel caso di Eudora di cui esistono due versioni (uno per ambiente, entrambe disponibili con varie licenze, tra cui gratuitamente) la sincronizzazione avviene in maniera elementare grazie alla cartellina "Eudora Folder" che viene creata, alla prima esecuzione del programma, dentro "Documenti" (o "Documents") all’interno del proprio Inizio oppure nella Cartella Sistema (nei Mac OS precedenti).

l'alias per la cartella con dati e posta di Eudora in Mac OS 9

"Eudora Folder" contiene tra le altre sia la posta personale, che le preferenze e, una volta creata, a programma chiuso, può essere spostata dove meglio riteniamo mentre nei due posti di cui sopra (nella Cartella Sistema e in "~/Documents") basta lasciare due alias.

alias per la cartella con dati e posta di Eudora in Mac OS X

Procedura molto simile è quella per il lodato software teutonico per Usenet MacSOUP. Anche qui due versioni da scaricare (attualmente siamo arrivati alla 2.6), assolutamente identiche nelle funzioni e capaci di condividere gli stessi file di dati. Anche qui il segreto è tutto nel piazzare strategicamente originale ed alias: il file che ci serve è quello del settaggio programma, viene generato al primo lancio e si chiama MacSOUP Settings. Una copia con questo nome deve essere sempre vicino all’eseguibile per il 9 e l’altra, rinominata "MacSOUP Default Settings" va nella cartella "/Libreria/Preferenze" ("~/Library/Preferences"). A voi la scelta di quale sarà l’originale e quale l’alias.

www.bookmark.ordinati

Spostiamoci nel mondo dei web browser e vedremo che anche qui si può usare lo stesso sistema. E’ questo il caso del programma open source Mozilla, erede "libero" di Netscape, che tralaltro gestisce anche posta e newsgroup, e che ha generato negli ultimi anni filiazioni più snelle quali Firebird, Thunderbird e Camino. Questi ultimi sono purtroppo esclusivamente solo per OS X quindi ci dovremo rivolgere alla versione madre, il ciclopico Mozilla stesso, di cui esiste, anche se ferma a diversi mesi fa, la versione 1.3 per Mac OS 9. A prescindere dalla versione, Mozilla registra tutti i suoi dati nello stesso modo e cioé nella cartella "Mozilla" posizionata in OS X nella Libreria all’interno del proprio Inizio ("~/Libreria/Inizio" oppure "~/Library/Home") e nel 9 nella cartella "Documents" situata di fianco alla quella di Sistema. Rovistando all’interno della cartella "Mozilla", arriveremo ad una cartella annidata chiamata in entrambi i casi "qualcosa.slt" (dove "qualcosa" cambia da utente ad utente e sono caratteri pseudocasuali) in cui è possibile intervenire sui bookmarks, chiamati (toh) "bookmarks.html" e passibili di sostituzione con un alias.

Idem per strong>Internet Explorer, fino a qualche anno fa uno dei migliori navigatori per Mac (a differenza della sua versione Windows) di cui consigliamo le versioni paritetiche 5.1, purtroppo le ultime per la nostra piattaforma. Qui i link sono nel file "Favorites.html" all’interno di una cartellina "Explorer", che trovate nelle Preferenze (o Preferences) in Libreria in Inizio ("~/Library/Preferences/Explorer") e, in Mac OS 9 nella Cartella Sistema (System Folder –> Preferenze –> Explorer).
Lo stesso discorso è applicabile al velocissimo browser tedesco iCab, di cui oltre alle versioni per X e 9 addirittura ne esiste una anche per Mac antecedenti ai PowerPC. Qui cercheremo il file "Hotlist.html" la cartella "iCab Preferences", nella stessa posizione di quella di Internet Explorer. Per i più smaliziati avviso che i formati dei file tra iCab ed Explorer sono gli stessi, quindi, creando e rinominando ad hoc si può avere organizzati ed aggiornati con un solo originale e tre scorciatoie la bellezza di ben quattro browser.

i bookmark delle due versioni di Internet Explorer, con uno dei due rimpiazzato da un alias

Per chi invece volesse tenere tutto sincronizzato (solo) su Mac OS X una buona scelta è Bookit che gestisce tutti i programmi nominati e in più anche Opera, Chimera e, ovviamente, Safari.

Per l’FTP abbiamo tre coppie ormai classiche per gli utilizzatori assidui di questo servizio.
Hanno sviluppato versioni per OS X che possono condividere le liste di siti con login e password sia Fetch, che Transmit e Anarchie/Interarchy. I file che ci interessano per la condivisione degli account sono rispettivamente "Fetch Shortcuts" e "Transmit Favorites" nelle cartelle delle Preferenze dei due sistemi in maniera identica ad altri software trattati prima e, per l’ultimo, il contenuto da cercare è in "Bookmarks", che troviamo nella cartella dell’applicativo per Mac OS 9 e in "Interarchy" nelle Preferenze del nostro utente in OS X.

le due versioni del client FTP Transmit, con i bookmark sincronizzati

Nota a parte merita l’instant messaging.
Programma diverso ma compatibilità assicurata con AIMM, clone di iChat e, come dice il nome stesso, di AIM di AOL (che volendo si può comunque installare). Arrivato al momento in cui scriviamo alla versione 1.5.1, decisamente meno ricco di funzioni (niente comunicazioni audio/video nè trasferimento file) ma è snello ed efficace oltre ad essere totalmente gratuito.

iChat e di fianco il clone free AIMM

Anche per chi ha bisogno della crittografia di tipo PGP (Pretty Good Privacy) per le comunicazioni riservate o per gestire l’autenticità delle stesse la soluzione esiste ed è disponibile per entrambi i setup. Nonostante gli indubbi vantaggi del progetto libero GPG e la sua ottima integrazione con il programma di posta di Apple, è il classico PGP a offrire opzioni sia a pagamento che gratuite per uso personale sia per Mac OS X e sistemi precedenti.

le due versioni di PGP freeware per Mac OS 9 ed OS X

Spazio infine ad un’accortezza relativa alla connettività. Negli ultimi mesi del 2003 Apple ha mutato il sistema di accesso a .Mac, l’ex iDisk. E’ stato abbandonato il protocollo proprietario AFP in favore del WebDav, con il risultato di una maggiore velocità ma l’effetto di tagliare fuori chi accedeva con Mac OS 9. Fortunatamente a salvare la situazione c’è un’utility di terzi, chiamata Goliath che implementa il protocollo sinora non disponibile.

Non solo Internet: audio e font

Sempre a terze parti si deve la possibilità di ascoltare e registrare nel formato aperto Ogg Vorbis sia sul 9 che su X. Il tutto grazie ad un’aggiunta free per QuickTime che messa nell’apposita cartella (in OS X va in "~/Libreria/QuickTime" o quella per tutti "/Libreria/QuickTime") (in OS 9,
Cartella Sistema –> Estensioni –> QuickTime Extensions) e che viene vista (e usata) da tutti i programmi che vedono Quick Time quindi il player omonimo e iTunes, ad esempio.

Sempre open e sempre relativo all’audio " l’editor Audacity, progetto disponibile anche per GNU/Linux e Windows, che sta crescendo e che, nonostante qualche acerbità (sulla localizzazione italiana, ad esempio) è già più che usabile e supporta anche lo standard di plug-in VST. La versione più aggiornata è per OS X (1.2.1) ma ne esiste anche una (la 1.0) per Mac OS 9 che fino a poco tempo fa supportava anche l’8.6 (come gran parte dei programmi di cui abbiamo sinora scritto).

Interessante infine la possibilitˆ di usufruire dei font di OS X anche sotto il 9. l’attuale sistema operativo, oltre a riconoscere tutti i vecchi formati Truetype, Bitmap e Postscript Type 1 con le informazioni nel resource fork, accetta anche i Truetype con suffisso .TTF e un nuovo formato Dfont dall’estensione .dfont. Gli ultimi due vedono le informazioni relative ai caratteri nel data fork e questo precluderebbe il loro uso sui sistemi precedenti. Viene per&ograve, in aiuto una semplice quanto geniale utility gratuita, Dfontifier da usare sotto OS X che sposta brutalmente i dati da un fork all’altro e li rende così disponibili anche per Mac OS 9 e anteriori.

il programma dfontifier, script per rendere leggibili i font di OS X anche ai sistemi precedenti

Come abbiamo visto la scelta, configurazione e ottimizzazione delle risorse e dei programmi che useremo quotidianamente è importante come non mai e, per alcuni utenti, molto preziosa.
La differenza apprezzabile, che speriamo di avervi fatto percepire, sta tutta nella portabilità e nella condivisione dei dati e delle informazioni, spesso possibile anche al di là di quanto dicono gli stessi manuali e le guide. Può rivelarsi un vantaggio per chi non vuole rimanere mai tagliato fuori dai suoi dati e un’approccio che vale non solo entro i confini del proprio computer ma anche nel caso di migrazioni e lavori "in trasferta".

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su "Applicando" n. 221 del settembre 2004