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Critiche al social software

Fuffa-ware: chi non si fida della socialità on line e chi la prende in giro.

di Nicola D’Agostino

Il panorama del social software è, prevedibilmente, anche oggetto di critiche.
Segnaliamo anzitutto le obiezioni sulla validità del fenomeno stesso e come ogni categorizzazione non sia al riparo da obiezioni, una delle quali viene da Dave Winer, sviluppatore di uno dei più noti sistemi per realizzare blog. Secondo Winer il software sociale sarebbe poco più di un’etichetta, frutto del sensazionalismo di giornalisti ed analisti e di personaggi che cercano di fare autopromozione. Di ambito simile le critiche di Jack Schofield che usa senza mezzi termini l’espressione “social climbers” (arrampicatori sociali).
Meno drastico anche se altrettanto severo è invece l’appunto fatto da uno degli interventi italiani in cui alla “nazione dei blogger” si rinfacciano poca comunicatività e il fatto di essere “enormi spazi di espressione libera sprecati a raccontare fuffa”: non si sono fatte attendere le reazioni….

Capitolo a parte sono infine i numerosi siti e pagine web sorti per sbeffeggiare Friendster e soci.
Si va da chi fa satira, anche pesante, con parodie come Introvertster, Wifester o STD-ster (dove STD sta per “Sexually Transmitted Disease”, “malattie trasmesse per via sessuale”) fino a operazioni di hacking/sensibilizzazione/gioco.

È il caso dei “friendster fakesters”, cioè di persone dalla spiccata creatività e senso goliardico che si iscrivono a Friendster con dati inventati ad hoc e creano nuovi profili personali falsi quanto fantasiosi: ecco quindi, con estremo dispiacere dei responsabili del servizio, comparire improbabili celebrità, monumenti e addirittura concetti idealizzati (la morte, la guerra) tutti con la loro brava scheda personale: un modo come l’altro per divertirsi e confondere un po’ le statistiche. Nel mondo del social software c’è spazio anche per questo.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it