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Coral, il Drm secondo i colossi hi-tech

Sony fa retromarcia sui Cd protetti ma appoggia il consorzio, Apple e Microsoft continuano la guerra privata.

di Nicola D’Agostino

HP, Sony, Philips, Matsushita/Panasonic, Samsung, Twentieth Century Fox e Intertrust Technologies sono i fondatori del neonato consorzio Coral

L’allenza formata dai sei colossi e da Intertrust, azienda specializzata nella gestione dei diritti digitali e legata a Sony e Philips, punta a “domare” gli attuali standard di protezione dell’audio e video.
Lo scopo del consorzio è fare ordine nell’attuale babele tecnologica, garantendo ai consumatori l’interoperabilità tra dispositivi a prescindere dalla marca: il tutto nel giro di nove mesi.

Si tratta di un obiettivo indubbiamente ambizioso, cui Coral punta mediante la creazione e la mutua accettazione di un framework tecnologico aperto, di un livello intermedio e comune che faccia convivere le varie istanze di DRM (Digital rights management) degli aderenti, il cui numero si spera cresca ulteriormente.

È però interessante notare come non solo tra le fila di Coral militi Sony, autrice di un recente mea culpa in Giappone sui Cd protetti, ma come all’appello manchino proprio i due attuali dominatori del settore, Apple e Microsoft.
Le due multinazionali, i cui sistemi di Drm Fairplay e Windows Media sono attualmente incompatibili, non hanno però aderito nemmeno a un altro progetto simile, ideato alla fine dell’estate 2003 da uno dei fondatori dell’Mpeg.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it