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La comodità delle interviste via Internet

Dopo aver letto la versione italiana di “The Perfect Thing” sono finito sul blog di Steven Levy. Navigando a ritroso ho notato con piacere un intervento in cui si affrontano le differenze tra un’intervista “vecchio stile” e quella condotta per Instant Messaging (se va bene) oppure con l’ormai standardizzato metodo di inviare per e-mail una lista di domande.

La questione non è nuova e il nocciolo avevo provato ad esporlo in passato, sintetizzando un piccolo sfogo apparso su BoingBoing nel 2003.

Levy, da bravo articolista (ed intervistatore) qual è, approfondisce altri aspetti accessori ed essenziali tra cui evidenzierei

  • la fiducia che si deve necessariamente instaurare tra intervistatore ed intervistato
  • l’apertura mentale necessaria sia che si stia parlando de visu o che si conduca un più ingessato botta e risposta in differita
  • un occhio alla sintetiticità

Rispetto alla pagina o due della rivista stampata il maggior ‘respiro’ di una registrazione diffusa nella sua interezza* non necessariamente è a servizio dell’obiettivo. E del lettore.

* come file audio o trascrizione su un blog