Comicsblog – Set to Sea – Intervista a Drew Weing
Dopo la pubblicazione a stampa e online approfondiamo con l'autore la realizzazione di quest'avventura a fumetti ambientata nei mari di due secoli fa.
di Nicola D’Agostino
Alla fine di luglio la Fantagraphics ha pubblicato il fumetto di avventura “Set to Sea” di Drew Weing. In aprile abbiamo dedicato spazio a quest’avventura storica con protagonista un poeta gigante e un po’ imbranato che si ritrova a intraprendere la dura vita del marinaio e alla scelta di Weing di narrare tutto tramite una serie di vignette singole curate e leggibili anche singolarmente.
Dopo l’uscita e le prime recensioni positive in questi giorni si è conclusa anche la pubblicazione online del fumetto. Quale momento migliore di questo per contattare l’autore e farci raccontare un po’ di cose sul suo lavoro?
Come è nato Set to Sea? Avevi tutta la storia in mente sin dall’inizio?
È stata una cosa un po’ imprevista. Quando frequentavo la scuola d’arte c’era un esercizio in cui si disegnava una vignetta di un fumetto e poi bisognava proseguire aggiungendo ogni giorno una vignetta. Così un giorno nel 2005 ho disegnato una vignetta con un tipo che dormiva. Di lui sapevo solo che era un tipo bello grosso. Ho passato più di un anno a aggiungere materiale, un po’ alla volta, improvvisando il resto. Ho cominciato “Set to Sea” senza aver deciso che sarebbe svolto nel passato e nemmeno che sarebbe stato ambientato in mare!
Come è passato da webcomic a libro stampato?
Verso la metà della storia ho deciso che dovevo dargli una forma finita e disegnare tutto sino alla fine. Inoltre ho rivisto e ridotto un bel po’ la prima parte, che era un po’ goffa e divagava troppo. Una volta finiti i disegni del tutto, anche se solo a matita, mia moglie, Eleanor Davis, mi ha aiutato a realizzarne dei libri cartonati rilegati a mano da dare a amici e possibili editori. All’edizione del 2008 dello Small Press Expo, con un po’ di apprensione, ne ho consegnato uno a Gary Groth [capo della Fantagraphics, nda]. Lui mi ha chiamato proponendo di pubblicarlo mentre eravamo nel parcheggio e stavamo caricando le cose in macchina dopo la manifestazione. È stata una cosa molto lusinghiera.
Oltre a E.C. Segar quali altri influenze/omaggi ci sono in Set to Sea?
Molti illustratori come “Phiz” e Gustave Doré e oltre a Segar anche altri autori di fumetti come like Billy DeBeck, autore di “Barney Google”, sfortunatamente poco apprezzato.
Poi c’è il mio amico fumettista Chris Wright, che (senza volerlo) mi ha fatto ricominciare a lavorare sul tratteggio. E ne sto sicuramente dimenticando tanti altri!
Quali altri autori e opere consiglieresti ai lettori di Set to Sea?
Durante le ricerche per il fumetto mi sono appassionato a Patrick O’Brian e alla sua bellissima serie di libri Aubrey/Maturin. Sono molto buoni anche i libri con Horatio Hornblower di C.S. Forester. Poi c’è “Two Years Before the Mast” di Richard Dana, che è una cronaca davvero avvincente della vita in mare verso l’inizio del 1800.
Definiresti Set to Sea come un fumetto per ragazzi?
Non so se sia indicato per bambini più piccoli, forse è un po’ truculento. Però se si pensa a cosa danno in televisione potrebbe essere una considerazione un po’ da ingenui e anzi, potrebbero addirittura trovarlo noioso!
Qual è il tuo metodo di lavoro?
Su alcune vignette più complesse ho esagerato. Ho cominciato sempre con uno schizzo approssimativo. Per le scene affollate con molta profondità a volte sono arrivato fare tre passaggi a matita, uno per gli sfondi, uno per i personaggi e a volte gli elementi in primo piano. Poi ho ricalcato tutto su cartoncino e ho inchiostrato con il pennino.
In The Journal Comic hai usato il computer per alcune parti della strip. E in Set to Sea?
Per una fissa mia mi sembrava importante che Set to Sea venisse fatto in maniera classica, con inchiostro su carta e basta. Nel caso di errori ho usato enormi macchie di bianchetto oppure ho incollato sopra pezzi di carta. Il libro riproduce le vignette con fedeltà quasi assoluta, tranne che per qualche macchia rimossa qui e lì. Anche la stampa è della stessa dimensione degli originali.
Hai mai disegnato con una tavoletta?
Abbiamo una tavoletta che usiamo per la colorazione e altre cose ma non ci ho mai fatto disegni finiti! Magari in futuro: non sono mica un luddista!
Hai scritto che non appena la pubblicazione online a puntate di Set to Sea sarà terminata intendi rimuovere tutto tranne un estratto e lasciare che esista solo come volume stampato. C’è stata una richiesta esplicita in questo senso da parte dell’editore?
No, sono stati molto recettivi nei confronti di qualsiasi cosa volessi fare. È che personalmente ritengo che Set to Sea si legga meglio e sia più soddisfacente in forma stampata. La forma-libro tende a incoraggiare una lettura più lenta, più attenta, all’immergersi nella storia. Su Internet c’è sempre una dozzina di cose che ti distrae. Inoltre stampato il lavoro di tratteggio rende meglio.
Progetti per il futuro?
Il mio prossimo progetto sarà una storia per ragazzi, intitolata “Margo Maloo, Monster Mediator”. Sarà un fumetto per ragazzi con un’ambientazione sinistra e come protagonista una ragazza leggendaria che aiuta i bambini a affrontare i loro problemi con i mostri. Ma ci vorrà un po’ per finirlo e nel frattempo ho in lavorazione anche alcune cose più brevi.
Nota: Set to Sea rimarrà leggibile online sino al 10 di settembre. Se non l’avete già fatto correte a leggerlo. Potete acquistare una copia del volume, che costa 17 dollari ed è di 144 pagine in bianco e nero, presso la Fantagraphics o tramite Amazon.