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CO.DESIGN TOUR 2002

Resoconto dell’incontro con sette webdesigner italiani e stranieri – scelti e ospitati da MaxMayerGroup – tenutosi a Bologna l’8 giugno 2002.

di Nicola D’Agostino

Gli intervenuti al CO.DESIGN TOUR 2002 erano, per quanto concerne la parte nostrana, il fiorentino Luca Marchettoni, il bergamasco Mauro Gatti ed i milanesi Francesco Bertelli e Simone Legno. A questi hanno fatto seguito i londinesi Ryan Carson e Ryan Shelton e il danese Per Jorgensen.

Dopo una carrellata sugli inizi ed i lavori commerciali svolti, i webdesigner sono passati a presentare i loro personal-project, il loro approccio all’arte digitale ed all’integrazione della stessa nello sviluppo di siti Internet. L’incontro era strutturato come una sorta di talk show, con i designer seduti su un palco a rispondere alle domande dell’host Massimiliano Parisini (MaxMayersGroup) ed in seguito a mostrare via computer e proiettore una selezione dei propri lavori: il tutto è stato ripreso sin nei minimi dettagli da una troupe televisiva satellitare che realizzerà in seguito un DVD dell’evento.
Da segnalare la presenza dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, a favore della quale é stato devoluto l’incasso.

L’intenzione del CO.DESIGN.TOUR era quella di lasciar emergere dalle parole dei protagonisti le problematiche e le soluzioni di una creatività a confronto con le esigenze del mercato.
Interessante notare come, oltre a quelle della pura espressione ed ispirazione personale, non siano state approfondite proprio le tematiche riguardanti il confronto con i diversi aspetti della produzione e della comunicazione, che ci si sarebbe invece aspettati dato l’ottimo curriculum lavorativo degli intervenuti (coinvolgimento e produzione per importanti realtà quali IBM, BLU, YAMAHA, DADA, MBK, TOD’s, Consiglio dei Ministri).

I designer italiani, che hanno monopolizzato buona parte dell’incontro, hanno infatti dato vita ad interventi fin troppo simili tra loro che, al di là del racconto personale, erano tesi essenzialmente ad esprimere un rapporto problematico con le esigenze e le richieste del cliente (viste come limitazioni della propria creatività) e la conseguente necessità di progetti personali come valvole di sfogo. Questi ultimi si sono mostrati focalizzati su di una generica introspezione delle proprie passioni come pure sull’uso più spettacolare di animazioni in flash e grafica accattivante, in netta contrapposizione all’html, considerato come qualcosa di riduttivo e superato. Costante, inoltre, il rimando alla distribuzione di nicchia attraverso il circuito mondiale destinato ai designer stessi (più volte citato il sito Design Is Kinky).

Notevole infine l’intervento del rappresentante della UILDM che, pur non essendo direttamente coinvolto e competente in materia di design, ha messo in evidenza le opportunità offerte dalle nuove tecnologie ai disabili e la necessità di una maggiore considerazione delle problematiche di questi ultimi proprio nella produzione di siti web pienamente accessibili. Un vero peccato che le tematiche proposte da questo intervento non abbiano trovato eco nè risposte negli interventi dei designer stessi.

Ciliegina sulla torta sono state le affermazioni di uno dei quattro italiani che ha affermato con un certo fastidio, di aver dovuto affiancare al PC d’ordinanza, per i lavori di grafica a stampa “per forza” un Mac, visto che le tipografie lo richiedono…

Articolo originariamente pubblicato su tevac.com