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Ciphire: crittografia facile e trasparente. Per tutti?

In arrivo una nuova soluzione mirata a permettere all’utenza non tecnica di proteggere le proprie comunicazioni via Internet in modo efficace, contengano o meno dati sensibili. C’è però chi, specie nel mondo free e open, storce il naso. Con qualche ragione.

di Nicola D’Agostino

Ciphire è un nuovo software crittografico multipiattaforma che, a differenza delle soluzioni già esistenti, opera in background (come alcuni antivirus) e a livello di sistema.

All’atto pratico Ciphire crittografa tutte le comunicazioni senza la necessità di plug-in, programmi abilitati o complicate procedure da parte dell’utente.
Il pubblico cui il nuovo programma si rivolge è quello dell’utenza non tecnica, che viene così incoraggiata all’uso della crittazione integrale dei messaggi spediti e ricevuti tramite Internet, che contengano o meno dati sensibili.

Non mancano però le critiche. Il programma, risultato di tre anni di ricerca e sviluppo, è sì gratuito per alcune tipologie di utenza (i privati, le organizzazioni no profit e la stampa) ma non convince i fautori di Gpg (Gnu privacy guard) e i sostenitori del software free e open.

Questi ultimi sono scettici nei confronti di Ciphire in quanto soluzione commerciale proprietaria, e, seppur basata anch’essa sulla tecnica della chiave pubblica, incompatibile con gli standard già diffusi (e aperti) di Pgp/Gpg.

È indubbio che gli attivisti non vedano di buon occhio quello che non solo è un concorrente, ma che in particolare promette (puntandovi esplicitamente) di “sfondare” presso il grande pubblico, risultato che Pgp e la sua controparte libera Gpg sono ancora lontani dal raggiungere.

Altre preoccupazioni, meno di parte, comunque non mancano. Una è quella sull’uso da parte di Ciphire di un unico server centralizzato per l’archiviazione dei certificati. Una scelta che può rivelarsi estremamente pericolosa in caso di attacchi esterni ma anche di interferenze e controlli “dall’alto”.

Correlata a quest’ultimo aspetto è anche una clausola della licenza di Ciphire, potenzialmente preoccupante dal punto di vista della privacy. Il punto otto del contratto parla infatti dell’assenso da parte dell’utente a che il produttore e i suoi affiliati) raccolgano, conservino, usino, elaborino e comunichino a terzi i dati personali forniti.
Sorge perciò il dubbio che il prezzo da pagare per Ciphire sia un po’ troppo alto.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it