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Chiamatelo social software

Weblog, Wiki, stesura collaborativa di documenti, diari collettivi ma anche instant messaging, posta elettronica, forum e chat: si cercano definizioni univoche per tutta questa “socialità” che si aggira per la Rete. Mission impossible?

di Nicola D’Agostino

Negli ultimi mesi si è fatta largo una definizione fresca ed omnicomprensiva per descrivere, raggruppare ed etichettare sia i nuovi strumenti che le “vecchie” esperienze di interazione e produzione collettive.

Dietro il concetto di “software sociale” c’è il successo di programmi e servizi che funzionano con e grazie all’apporto e all’entusiasmo delle persone connesse in rete, sia per lavoro che per divertimento. E con il successo ecco anche le prime star, le imitazioni e chi ironizza (più o meno bonariamente) sul fenomeno.

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Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it