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Buon compleanno MSX

È nato in Giappone (anche grazie a Bill Gates) il primo home computer multimediale che ha creato uno standard, diffuso anche nel mondo arabo e nell’ex Unione Sovietica.

di Nicola D’Agostino

L’Msx nasce vent’anni fa, nel giugno del 1983, grazie alla Ascii e alla stretta collaborazione di colossi dell’elettronica giapponese, con l’obiettivo dichiarato di imporsi come sistema standard nel settore degli home computer, similmente a quando successo con il Vhs nel campo dell’home video.

Basato sul processore Zilog Z80, l’Msx dal punto di vista hardware rappresenta un ibrido fra una console per videogame e un computer, su cui gira il sistema operativo Msx-Dos e, incorporato l’Msx-Basic, entrambi realizzati da Microsoft, partner dell’iniziativa.

Sull’Msx aleggia la figura del suo ideatore, Kazuhiko “Kay” Nishi, fondatore di Ascii corporation.

Imprenditore, editore e traduttore, Nishi è una carismatica e bizzarra figura di pioniere dell’informatica giapponese con alle spalle studi in ingegneria e informatica, nonché responsabile nel 1977 del lancio della prima rivista sui microcomputer nipponica.

A cavallo degli anni ‘80 Nishi era in strettissimi rapporti con Bill Gatese la Microsoft, di cui non solo curava gli interessi nel paese del sol levante, ma per cui fu anche progettista e parte del team che produsse il Dos per Ibm.

I primi modelli di Msx apparvero nell’autunno del 1983 e sono stati prodotti da Panasonic, Sony, Yamaha, Toshiba, Pioneer, ma anche dalla europea Philips. Anche se non ha mai raggiunto la popolarità del Commodore 64 o del Sinclair Spectrum, ed è virtualmente ignota negli Stati Uniti, la macchina ha conosciuto una buona diffusione, grazie alle sue caratteristiche audio/video: fu proposto dalla Yamaha come workstation musicale ed era la piattaforma di partenza, nonché il “cuore” nei locali pubblici, di numerosi videogame di successo, tant’è che è stata riproposta di recente per fornire giochi elettronici ai passeggeri degli aerei di linea della Japan Airlines.

La piattaforma ha riscosso successo principalmente in Asia (in Giappone fu usata in progetti telematici) e Europa, ma anche nell’America del Sud e in paesi apparentemente impensabili, come quelli arabi o l’Unione Sovietica, dove fu usata dal ministero dell’educazione e addirittura finì sulla stazione orbitante Mir.

Sono proprio molti di questi paesi, tra cui l’Italia, che tuttora sostengono l’Msx grazie all’opera di molti retrocomputeristi, che organizzano meeting e, in maniera del tutto autonoma, continuano a espandere e aggiornare le capacità del sistema, tenendolo al passo con i tempi (sull’Msx è persino possibile vedere film in Divx).

Gli sviluppi degli ultimi mesi fanno ben sperare gli appassionati, grazie all’operato di Nishi e della Ascii che ha reso l’Msx protagonista di nuovi progetti ufficiali. Tra questi la rivista Msx Magazine, (più di 30.000 copie vendute), un emulatore, Msx Player, e, più in generale, piani per un revival con versioni compatte della piattaforma, tutta su un unico chip o sotto forma di slot da collegare alla porta Usb del Pc.

Si ringrazia Enrico Barbisan per la collaborazione.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it