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Buon anniversario (di nuovo), spam

Per la posta spazzatura in Rete è sempre festa. Anche quest’anno spunta una data funesta nel calendario nero dell’informatica e della comunicazione elettronica: andrà sempre peggio o troveremo una via d’uscita?

di Nicola D’Agostino

Lo scorso anno abbiamo parlato del primo caso documentato, risalente al 1978 in cui, ancora prima fosse adottato il termine spam, un rivenditore aveva raggiunto con un messaggio commerciale non richiesto praticamente tutti coloro che all’epoca possedevano un indirizzo e-mail.

Purtroppo quello di 25 anni di posta spazzatura nel 2003 non è l’unico anniversario infausto per gli storici dell’informatica. Se sempre lo stesso anno si festeggiavano i dieci anni dell’uso del termine “spam” nell’accezione attuale (in cui indica la junk mail), il 2004 ha il dubbio onore di un altro decennale, quello dell’evento che ha reso davvero popolare il termine. I colpevoli sono due avvocati di Phoenix, Canter e Siegel che tra marzo ed aprile del 1994 spammarono i newsgroup, i gruppi di discussione di Usenet, pubblicizzando i loro servizi di consulenza in occasione di una lotteria per la “green card”, il permesso di soggiorno negli Usa.

Come si può apprendere da un compendio dei testi originali inviati,i primi messaggi furono spediti il 5 marzo ma fu solo un mese dopo, il 12 aprile che i legali fecero uso di uno script in Perl realizzato ad hoc per inondare letteralmente tutti i newsgroup e divenire (tristemente) famosi.

Il resto è storia, sopratutto recente: lo spam in questi anni ha valicato i confini della posta elettronica e dei newsgroup ed è approdato all’instant messaging e ai commenti di blog e altri sistemi di social networking. Tutto questo nonostante annunci entusiasti che parlano di nuovi filtri antispam automatizzati che supererebbero in accuratezza l’intervento degli esseri umani o “innovative” proposte da parte di magnati dell’industria del software sul pagamento di fantomatici bolli che non hanno mancato di suscitare molte perplessità.

La triste realtà è che le reazioni e i sistemi per combattere lo spam sinora non sono granché efficaci nè tantomeno ragionevoli, come mostrano gli ennesimi problemi nell’uso di politiche di filtraggio da parte di aziende come la Bbc e che risultano nel cestinamento di email che esordiscono con saluti come “hi” e “hello” o in cui si fa uso di termini di ambito sessuale o considerati scurrili.

Agli utenti non rimane che sperare di non ritrovarsi a festeggiare un altro anniversario tra qualche lustro, ancora più sommersi da ondate di spazzatura tanto virtuale quanto fastidiosa.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it