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BlockChalk: avvisi geolocalizzati per iPhone e altri smartphone

Una risorsa online per trovare e lasciare informazioni sui posti in cui ci troviamo: ne parliamo con Stephen Hood, cofondatore e sviluppatore del servizio.

di Nicola D’Agostino

Si chiama BlockChalk un nuovo e innovativo servizio web per lasciare “graffiti digitali” utili e anonimi usando un iPhone o un cellulare evoluto capace di comunicare la propria posizione.

BlockChalk fa uso delle funzioni di geolocalizzazione dell’iPhone permettendo così agli utenti di inviare o leggere messaggi contestuali al luogo in cui si trovano. Questo può essere utile per cercare o lasciare in maniera discreta informazioni su attività e iniziative locali ma anche per inviare suggerimenti su posti interessanti (o da evitare): informazioni che rimarranno a disposizione di chiunque, anche in futuro, si troverà in zona e interrogherà BlockChalk.

BlockChalk w iPhone Lanciato durante l’estate, BlockChalk è opera della Working Model Llc, già fattasi notare per FairSpin, esperimento di “colorazione” politica delle notizie da parte degli utenti. Alcuni giorni fa sono state rese disponibili le Api, interfacce di programmazione rivolte a sviluppatori di programmi e servizi esterni.

Abbiamo contattato il cofondatore e cosviluppatore Stephen Hood, a lungo membro del team di Delicious, per qualche domanda su BlockChalk e sull’accoglienza che sta avendo.

Quante persone lavorano a BlockChalk?
Attualmente il team è composto da me (Stephen Hood) e da Dave Baggeroer, che viene dall’Institute of Design di Stanford.

Come è nato BlockChalk?
L’idea per BlockChalk in realtà ci è venuta lavorando ad un altro servizio, sempre basato sulla geolocalizzazione. Studiando gli altri prodotti sul mercato ci siamo pian piano resi conto che avevano tutti gli stessi problemi: erano troppo complicati e perlopiù richiedevano all’utente di sacrificare un po’ della sua privacy. Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un servizio estremamente semplice ma al contempo facile da usare e che avrebbe lasciato il controllo all’utente.
Abbiamo inoltre sentito come un dovere civico verso i servizi basati sulla geolocalizzazione, per aiutare le persone a riallacciare i rapporti con il proprio quartiere e con chi è in zona. Basandoci su questi concetti abbiamo sviluppato subito una versione funzionante del servizio, le abbiamo dato il nome BlockChalk e l’abbiamo resa pubblica per vedere cosa sarebbe successo.

BlockChalk (messaggio) Qual è stata l’accoglienza sinora?
Molto positiva e molto più calorosa di quello che ci aspettavamo. Quasi subito dopo il lancio è iniziata una costante crescita degli accessi. E cosa ancora più interessante, molti degli utenti che usavano il nostro servizio non si trovavano negli Stati Uniti, il che ci fa pensare che [BlockChalk] sia un prodotto e un’idea valida a livello internazionale.

Oltre ovviamente agli Stati Uniti quali sono i paesi con l’utenza più attiva?
Al momento i paesi più attivi al di fuori del nordamerica sono il Regno Unito, l’Australia, la Francia, la Norvegia, la Svezia e la Danimarca.

Sul vostro blog avete segnalato che BlockChalk è accessibile anche tramite Android e persino con i Palm Pre. Quanti accessi ci sono stati rispetto alla piattaforma d’elezione, l’iPhone?  E i dispositivi che usano Windows Mobile, Symbian e Maemo?
Gli accessi da dispositivi Android per ora sono modesti ma il lancio del software nativo per Palm Pre ci ha fatto registrare un picco di nuovi utenti. Basandoci su questo dato stiamo dando priorità allo sviluppo di software ad hoc per iPhone, Android, Symbian, Blackberry e Windows Mobile. E in futuro potrebbero essercene degli altri.

Che piani avete nell’immediato?
Nei prossimi mesi ci poniamo l’obiettivo di permettere a quanti più smartphone possibile l’accesso a BlockChalk così che il servizio sia utilizzabile in tutto il mondo. Nel frattempo ascoltiamo con molta attenzione cosa dicono gli utenti e puntiamo a far evolvere man mano il sito.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it