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Avviso ai naviganti – Comunità virtuali

La rivista statunitense Wired ha di recente promosso una serie di sondaggi d’opinione su un campione di circa mille persone: scopo era indagare le convinzioni politiche ed il mutarsi di queste ultime in tutti gli individui più o meno *connessi* (non solo Internet, ma anche telefoni cellulari, fax, etc.).

di Nicola D’Agostino

Dei risultati avremo modo di parlare in altra sede, basti sapere che questa indagine è solo uno dei molti aspetti di una tematica che sta prendendo sempre più piede nelle discussioni in e sulla rete: il concetto di “cittadinanza telematica”.

Per l’occasione gli anglofoni hanno persino coniato un termine, “Netizen”, curioso miscuglio di “Net” (rete) e “Citizen” (cittadino). Il “Netizen” è il passo successivo della scala evolutiva della telecomunicazione e gode (o godrà presto) di diritti e doveri come ogni cittadino odierno, anche se li eserciterà in forma digitale, al ritmo di n kilobyte al secondo. Al di là del dato puramente folkloristico, il potere aggregante della rete e delle telecomunicazioni in generale, ormai da tempo faceva presagire che ad un certo punto si sarebbero dovute rivedere le nozioni correnti di “cittadinanza”, “appartenenza” e “comunità”.

Siamo ancora ben lontani dall’affidare esclusivamente all’elettronica i nostri diritti politici e civili ed a condurre contatti solo via rete, ma un dato innegabile è che su Internet si sono formate aggregazioni spontanee che oltrepassano ogni concetto di sesso, età razza, convinzioni politiche e religiose per creare rapporti tra individui sparsi ai quattro angoli del globo (e presto in giro per lo spazio).

Si tratta di nuove “comunità” telematiche orbitanti attorno ad una particolare newsgroup, mailing list, sito web, canale di chat (un fenomeno molto frequente, questo); possono avere in comune un interesse ma cio’ non è una prerogativa necessaria. Queste comunità sono a volte associazioni telematiche o che fanno semplicemente uso del mezzo, o gruppi di interesse puramente spontanei, altre aggregazioni attorno a servizi anche commerciali tutte con i comune una cosa: impersonalità e franchezza sono gli ingredienti base di un rapporto che scorre a velocità ed intensità inimmaginabili per la vita quotidiana.
Tornando a noi, un esempio del primo tipo potrebbero essere “the well” il “sistema” californiano di cui sono soci molti degli intellettuali cardine nella creazione o evoluzione della rete (da scrittori di fantascienza fino ad attivisti per i diritti civili passando per le più curiose personalità della controcultura liberale americana) ma volendo restare in Italia la pescarese Metro Olografix che anch’essa raccoglie attorno a se un mix di volontariato e competenze tecniche in materia comuteristica e di comunicazione. Qui la comunità è un qualcosa che parte dall’associazionismo e poi prosegue e si sviluppa in rete: posta eletronica e chat in IRC sono solo alcuni dei mezzi con cui questo avviene.

Un caso radicalmente opposto puo’ essere quello di Geocities (o delle numerose epigoni): una iniziativa commerciale che offre gratuitamente uno spazio per le proprie “homepages” (le case virtuali di ogni navigatore che si rispetti). Organizzata per “città” e aree di interesse Geocities non solo offre rifugio ad iniziative valide oppure a pazzi scatenati (il sito dello Sgurz ne è un lampante esempio) ma tramite utilità e spazi appositi riesce a metter in contatto tra di loro le persone più disparate: non di rado succede che “vicini” di homepage si facciano visita e intrattengano rapporti senz’altro più cordiali di quelli che intrattengono molte persone con i loro condomini. Volete un esempio? Per il mio compleanno ho ricevuto per due anni di seguito gli auguri di persone mai conosciute che si erano intrattenute qualche attimo nella mia pagina. Chi ha detto che Internet è disumanizzante?

Articolo originariamente pubblicato nel 1998 nello spazio “Avviso ai naviganti” curato dall’associazione Metro Olografix sul quotidiano “Il Centro”.