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Aspettando l’AppStore di Apple

Le caratteristiche, i dettagli dell’offerta, i primi software e le prime stime per il negozio di applicativi per iPhone.

di Nicola D’Agostino

Se dell’iPhone 3G e delle novità del firmware 2.0 si sa ormai quasi tutto vale la pena soffermarsi su una parte un po’ trascurata nei vari reportage ma importante quanto le feature hardware nell’ecosistema che Apple sta mettendo in piedi.

Stiamo parlando dell’App Store, il “negozio” di software modellato sull’iTunes Store che sarà il canale ufficiale attraverso cui gli sviluppatori potranno distribuire i software nativi realizzati con l’SDK fornito a partire dal marzo scorso dall’azienda di Cupertino.
Atteso a breve insieme al firmware 2.0 (le voci parlano addirittura del 27 giugno), l’AppStore sarà anzitutto un software scaricabile di circa 10MB da installare su iPhone vecchi e nuovi e sugli iPod touch in 62 paesi del mondo. Attraverso il software si accederà, via Wifi o rete cellulare allo “store” di Apple che distribuirà, protetta dal Drm Fairplay, una ampia scelta di programmi a prezzi variabili, dal gratuito in sù, con i proventi (quando ci saranno) ripartiti in questo modo: 70% allo sviluppatore e 30% all’azienda di Cupertino.

Secondo le proiezioni di Piper Jaffray il mercato software per iPhone ha il potenziale per raggiungere 1,2 miliardi di dollari entro il 2009 e di  contribuire sino al 3% delle entrate globali di Apple.

Una selezione dei software in arrivo è stata fornita durante il keynote di Steve Jobs sul palco del WWDC a San Francisco: si sono visti i giochi Super Monkey Ball di Sega e quelli di Pangea, Enigmo e Cro-Mag Rally, di guida 3D,  con controlli basati sull’accellerometro e di recente la Rusty Red Wagon e la Ambrosia hanno annunciato rispettivamente un Solitario e un Mobile Mahjong per iPhone.

Per il versante musicale è in arrivo Band, già disponibile nella sua incarnazione precedente attraverso canali non ufficiali, con i suoi numerosi strumenti virtuali basati su sample. Un altro sviluppatore indipendente già noto, Intua, è al lavoro su BeatMaker che combinerà in uno batteria, loop e sequencer.
Sempre a San Francisco sono stati mostrati client per eBay e per network sociali e di news, per aggiornare il blog (a cura di Six Apart), per applicazioni mediche ma il vero pezzo da novanta sarà probabilmente una versione del navigatore Tom Tom, reso possibile dall’iPhone 3G che dispone del GPS integrato.

Da non sottovalutare poi le soluzioni “business”: alla compatibilità ventura con Exchange fornita da Apple si affiancherà la sincronizzazione dei dati via SyncML della Synthesis e lo iSharephone della Webstate, che promette la connessione via iPhone ai server Microsoft Sharepoint.

Ci sarà poi tutta una serie di programmi che il grosso pubblico non vedrà mai: l’AppStore prevede infatti tre modalità di distribuzione, di cui due limitate.
Una è rappresentata dal software per le aziende che possono creare e distribuire programmi installabili ed usabili solo internamente, sulla propria Intranet. Da un sondaggio al WWDC pare che il 50% dei 5200 sviluppatori intervenuti sia interessato a questo mercato.
L’altra modalità è stata definita “ad hoc” e consente di distribuire, sempre in forma privata, sino a un centinaio di iPhone (o iPod touch) autorizzati: un esempio d’impiego potrebbe essere nel settore della formazione o per esigenze particolari (e ridotte) che non rientrano nelle altre formule.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it