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Appunti su “The Invisibles” di Grant Morrison

Alcuni appunti sparsi su “The Invisibles” da lettore e traduttore dell’opera.

-) Il lavoro di Morrison è paragonabile alla musica (ed in generale alla cultura) pop.
Il pop non è originale, non in senso proprio, non è fatto per resistere necessariamente al logorio del tempo ed al cambio di mode, trend, passioni, correnti. Il suo compito è di volgarizzare, di sintetizzare, di “contagiare” e di essere anche molto “paraculo” volendo, ma comunque di colpire, nel bene e nel male. In questo Morrison e’ assolutamente POP.

Anarchy for the Masses: The Disinformation Guide to the Invisibles-) Rileggere tutto, non necessariamente in ordine cronologico, aiuta a godere più pienamente dell’opera.
In questo senso quanto fatto in Italia dall’editore, la Magic, con l’ordine iniziale “incrociato” tra le prime due serie, seppure filologicamente ed editorialmnete sbagliato non e’ cosi’ deleterio. Oltre alla rilettura, anche casuale ed incrociata degli albi, però consiglio la lettura delle Annotations, disponibili in inglese su http://www.barbelith.com/bomb e in italiano (con qualche aggiunta, tra cui quelle del sottoscritto) su Newsarama.it.

-) Sconsiglio lo sforzo teso a voler capire tutto.
È impossibile a meno di non essere l’autore stesso e comunque non è quello il punto. Invisibles e’ una sorta di “enciclopedia” stilata da Morrison, una summa dei suoi interessi e concezioni dell’universo e della realta’. I punti di lettura sono molteplici, da quello esoterico-magico a quello socio-cultural-musicale (vedi i rimandi a Beatles, psichedelia, Punk), linguistico ed altro ancora.
The Invisibles, secondo me, è il fumetto definitivo per l’era moderna, desemantizzata all’estremo e risemantizzata ad ogni pie’ sospinto da chi (scrittore come lettore, è questa la lezione di Jack Frost, dopotutto) rimodella la realtà attorno a se stesso in base alla sua cultura, personalità, letture, ascolti ed esperienze.

Parte di questo testo è originariamente apparso sul newsgroup it.arti.fumetti