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Apple: stop allo sharing

La Mela invita ad aggiornare il player iTunes con una versione che tarpa le ali alle funzioni di condivisione dei brani musicali on line. Si scatenano le reazioni degli utenti.

di Nicola D’Agostino

Martedì 27 maggio Apple ha diffuso un aggiornamento del player audio gratuito iTunes. L’update porta iTunes, fulcro della sua strategia denominata “digital hub” e del recente lancio dell’iTunes Music Store, servizio di vendita di musica on line, alla versione 4.01.

Le note di rilascio in realtà, oltre a descrivere le varie migliorie della nuova versione, citano in maniera molto sbrigativa una modifica sostanziale al programma: d’ora in poi gli utenti di iTunes non potranno più condividere e ascoltare le loro liste di brani via Internet, ma esclusivamente in reti locali.

Introdotta ufficialmente solo alcuni mesi fa, la possibilità di fare streaming con iTunes su Internet era stata accolta con enorme entusiasmo dagli utenti di MacOs X che in poco tempo avevano sfruttato, esplorato e anche approfittato della funzione: la nascita di tecniche e programmi come iTunesDL, iSlurp, iLeech, Server Store, iTunesDB e iTunes Tracker ha consentito di andare ben oltre e di scaricare brani via Internet.

La cosa non è stata gradita della casa di Cupertino, che come già successo per il plug-in iCommune ha posto fine al fenomeno, dichiarandosi “sorpresa e delusa” rispetto al modo in cui la funzione di condivisione era stata usata dagli utenti.

La reazione a questa modifica è stata immediata: notizia e dichiarazioni di Apple sono state riprese da fonti di informazione come News.com e dai siti specializzati, tra cui MacWorld e Macity, scatenando anche notevoli dibattiti tra le community di utenti Mac su Usenet, su Slashdot e sul sito italiano Tevac.

Molti hanno accolto la notizia senza troppo stupore, sottolineando come ora più che mai Apple si trovi in una situazione in cui non si può permettere alcun passo falso né con le etichette discografiche che appoggiano il suo servizio (sopratutto con il fiato di Microsoft sul collo) né tantomeno con la Riaa.

Altri utenti hanno dichiarato che non aggiorneranno il programma o ancora stanno cercando di aggirare la limitazione. Una voce più moderata appartiene invece a chi ritiene la mossa di Apple ingiusta e sproporzionata. È il caso dell’ideatore di iTunesDB: pur ponendo fine alla sua iniziativa di fronte all’evidenza dell’abuso degli utenti, ha sottolineato come, in ultima analisi, la soluzione all’illegalità non stia nell’imposizione di paletti legali o tecnologici ma piuttosto in un comportamento più equo e ragionevole da entrambe le parti.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it