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Apple Itunes: l’Europa contro la musica solo per l’iPod

Le autorità per la difesa dei consumatori dei paesi scandinavi giudicano illegale il Drm di Itunes che non permette la riproduzione dei brani su lettori diversi da quello di Steve Jobs.

di Nicola D’Agostino

Dopo i francesi ora anche la Scandinavia assume una posizione dura nei confronti del servizio di distribuzione digitale di musica iTunes di Apple. L’Ombudsman norvegese, garante dei diritti dei consumatori, ha infatti decretato che l’iTunes Music Store infrange la legge locale e ha imposto un ultimatum di due settimane perché l’azienda produttrice dell’iPod risolva il problema.

L’azione della Norvegia si unisce alle altre già in corso da parte di Svezia e Danimarca: al centro della questione è l’uso del Drm nei brani messi in vendita e l’impossibilità per i consumatori di ascoltarli con qualcosa di diverso dal lettore iPod prodotto da Apple. Gli speciali file Aac protetti dalla tecnologia proprietaria Fairplay e venduti sull’iTunes Music Store non possono essere riprodotti su nessun altro dispositivo della concorrenza: mossa che ha fatto guadagnare a Apple la leadership di mercato ma anche le accuse di pratiche monopolistiche e paragoni con l’antagonista storico Microsoft, che propone invece il suo formato Windows Media Player.

Apple ha tempo fino al 21 di giugno per cambiare le sue pratiche sul territorio norvegese. In caso contrario l’azienda subirà sanzioni economiche.
Meno dura è la posizione della Danimarca che alla fine di marzo ha invitato Apple ad aprire il suo formato. Durissima invece la posizione svedese. La portavoce per l’agenzia dei diritti dei consumatori, Marianne Aabyhammar, ha definito i termini d’uso dell’iTunes Music Store “illegali in tutti e tre i paesi scandinavi” e che “la questione proseguirà in sede legale”. Se aggiungiamo anche l’appello del British Phonographic Institute per una maggiore compatibilità del formato usato di Apple, pare proprio che in Europa l’enorme successo dell’iPod e di iTunes abbia finalmente attirato l’attenzioni sulle pratiche dell’azienda, in passato e da più parti denunciate come scorrette e monopolistiche nei confronti di concorrenti e -sopratutto- utenti finali.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it