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Apple: l’iPhone compie cinque anni

Ripercorriamo il lancio e l’evoluzione del telefono che ha “cambiato tutto” nel mondo dei cellulari e dei dispositivi di comunicazione personale.

di Nicola D’Agostino

iPhone (Credits: Apple)

Gennaio 2007, sul palco del Macworld Expo, Steve Jobs chiude la sua rituale presentazione delle novità Apple con un colpo di coda, annunciando “tre” nuovi prodotti. È il lancio dell’iPhone, a cui Apple lavorava da quasi tre anni, e che riuniva in uno “un iPod widescreen con controlli touch”, un “nuovo e risoluzionario telefono cellulare” e “una svolta nei dispositivi di comunicazione via Internet”.

“Oggi”, sentenziò Jobs, “Apple sta per reinventare il telefono”. Era un’affermazione iperbolica e un po’ arrogante, oltre che utopica, ma cinque anni più tardi bisogna dargli ragione: l’iPhone ha reinventato il telefono, e sconvolto il settore della telefonia, delle comunicazioni via Internet nonché quello del software.

Il primo iPhone, messo in commercio nell’estate dello stesso anno, era un punto di rottura sia per ciò che aveva in più che per ciò che mancava rispetto alla concorrenza. Anzitutto non aveva una tastiera fisica, un modulo GPS e il supporto per la connettività dati 3G. Mancava uno slot per schede di memoria e la batteria non era accessibile (e sostituibile). Per non parlare del fatto che era impossibile inviare o ricevere gli MMS. E poi non c’era software di terzi…

Molte di queste caratteristiche sono arrivate negli anni seguenti, in cui si sono succedute evoluzioni dell’hardware e del software di sistema, pur con qualche problema e passo falso. L’iPhone 3G ha portato GPS, connettività 3G e il 3GS e i successivi 4 e 4S sempre più potenza per navigare, giocare e produrre, fotocamere sempre migliori insieme a una risoluzione altissima dello schermo. Con l’iPhone OS 2 è arrivato il software nativo (e quindi l’App Store) e funzioni utili agli utenti aziendali. L’iPhone OS 3 ha portato in dote il tanto agognato copia e incolla e gli MMS e l’iPhone OS 4, poi divenuto iOS, una forma limitata di multitasking. iOS 5 è storia recente, con il centro notifiche (copiato da Android), il sistema alternativo di messagger iMessage, Edicola, il supporto per iCloud e altro ancora, tra cui l’assistente vocale Siri (che Apple ha fornito solo sull’iPhone 4S).

Nonostante le forti critiche e perplessità degli inizi si è scoperto che Apple aveva visto giusto a ricominciare da zero (o quasi) ripensando il telefono come una tabula rasa, una superficie plasmabile dal software e molto più intuitiva, versatile e potente (nonché divertente) degli smartphone con tastini, pennine o trackball.

Grazie uno schermo grande (ma non troppo grande) che copre tutta la superficie del dispositivo, all’interazione multi-touch, ai sensori interni, all’ottimo software (in primis il browser) e all’intransigenza di Apple (uno su tutti il no a Flash), l’iPhone si è rivelato un dispositivo utile non solo per comunicare e ascoltare audio ma anche per giocare, produrre e aprire un nuovo capitolo dell’Internet “mobile”, il primo davvero degno di questo nome.
Il pubblico ha premiato le idee e l’attenzione di Apple e il resto del mercato, tra cui la veterana Microsoft, ha dovuto fare un passo indietro e incamminarsi sulla stessa strada. Alcuni anni fa, Steve Wozniak, socio di Jobs e cofondatore di Apple, osservò che “ogni PC è un Macintosh”. E da alcuni anni ogni smartphone è sostanzialmente un iPhone.

Articolo originariamente pubblicato su Panorama.it