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Apple e Microsoft suonano insieme?

Mentre resta alta la rivalità tra i formati audio Aac e Wma, da più parti si continua a chiedere di imboccare la strada dell’interoperabilità. Nel nome del mercato musicale.

di Nicola D’Agostino

Uno dei primi effetti dell’annuncio, a gennaio di quest’anno, della produzione su licenza di un simil-iPod targato Hewlett-Packard è stata la voce che il dispositivo avrebbe riprodotto, a differenza di quello Apple, anche il formato .wma, Windows Media Audio di Microsoft.

La notizia, che annunciava il supporto per i file .wma per la metà dell’anno, è stata però smentita direttamente da Muffi Ghadiali, product marketing manager di Hp. Secondo Ghadiali l’azienda «non supporterà WMA» avendo «scelto il servizio (di distribuzione) più popolare», e cioé l’iTunes Music Store di Apple, ma anche perché non vuole generare «confusione presso i clienti«, alla maggior parte dei quali «non importa quale formato sta scaricando».
Importa però, e molto, ad Apple e Microsoft, quale sia il formato vincente.

Il negozio virtuale iTunes Music Store è probabilmente più che sufficiente a garantire il successo e la fortuna dello strumento lanciato da Hp così come lo è stato per quello prodotto direttamente dall’azienda di Cupertino: Apple non ha alcun interesse a incrementare l’interoperabilità al di là dei formati MP3 e AAC (in cui sono codificati i brani che mette in vendita) e tanto meno ha intenzione di permettere a Microsoft di controllare la tecnologia su cui sono basate di recente gran parte delle sue fortune economiche.

Stesso discorso per Microsoft che da un lato usa la presenza di concorrenza forte per rispondere alle accuse di monopolio dall’altro continua a spingere vigorosamente il suo formato proprietario, forte dell’integrazione nel sistema operativo Windows e del supporto di produttori hardware e software e di alleanze con servizi di vendita on line (tra cui il nuovo Napster).

Tutto questo potrebbe però cambiare.

Un recente reportage di Billboard suggerisce che i due fronti potrebbero essere sul punto di collaborare e realizzare un certo livello di interoperabilità tra i relativi sistemi.

La ragione dietro questo cambiamento di rotta sarebbe molto semplice: l’interesse e la pressione delle etichette discografiche, che puntano a espandere il mercato e a non vederlo dilaniato. Secondo Paul Vidich, dirigente del gruppo Warner Music, «ci sono dialoghi concreti tra le aziende (Apple e Microsoft) in merito all’interoperabilità» e addirittura su dettagli tecnici che permetterebbero ai formati Aac e Wma di essere vicendevolmente ricodificati mantenendo invariato il sistema di protezione originario dei singoli brani.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it