Diamo un’occhiata all’hardware del cellulare di Apple, già svelato in tutti i suoi dettagli interni, dal “solito” processore Arm ai chip per la connettività 3G, passando per il Gps sino al fornitore della memoria.

di Nicola D’Agostino

A poche ore dall’uscita ufficiale l’iPhone 3G non ha più molti segreti. Mentre rivenditori ed utenza sono alle prese con l’attivazione e i software proposti sull’App Store altri si sono dedicati a smontarlo completamente e a fare un’analisi dettagliata del suo hardware.

La prima constatazione è che rispetto al primo iPhone Apple ha reso le componenti più indipendenti e quindi sostituibili con maggiore facilità: un esempio è la batteria che non è più saldata anche se pare essere di minore capacità (soli 1150 mAh invece dei precedenti 1400).

Novità anche per la scheda logica, che è ora un tutt’uno e che monta alcuni chip in più. Fa la parte del leone la Infineon che fornisce alcuni processori chiave delle nuove funzioni: quelli per  il Gps e per la gestione della connettività Gsm/Gprs e di quella 3G Hdspa ma in forma separata, pare per motivi di brevetti.

Il cuore del supercellulare di Cupertino rimane però sostanzialmente immutato rispetto alla prima versione e soprattutto nell’iPod touch a cui il nuovo iPhone 3G si rifà nella riorganizzazione dell’hardware.

Il processore principale, marchiato Apple, è sempre un Arm fornito da Samsung ed è della stessa famiglia con solo un leggero incremento nel numero di serie (339S0036ARM invece di 339S0029ARM del touch e 339S0030ARM del primo iPhone).
Nessuna novità per il Wi-Fi e per il Bluetooth, che si confermano rispettivamente in Marvell e Csr e per l’audio dove troviamo di nuovo un chip della scozzese Wolfson nonostante avesse annunciato la fine del contratto di fornitura con un “grosso cliente”.

Una piccola sorpresa è quella sul nome fornitore della memoria flash Nand: sia nei tagli da 8GB che in quelli da 16GB campeggia questa volta il nome di Toshiba che pare aver sostituito come fornitore principale Samsung, partner chiave di Apple da diversi anni.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it