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Apple: anteprime più lunghe dei brani sull’iTunes Store

Triplica la durata di molti preascolti prima dell’acquisto: la scelta di Apple forza la mano alle etichette e dovrebbe favorire gli acquisti, ma gli effetti -visibili e invisibili- sono ancora tutti da verificare.

di Nicola D’Agostino e Nicola Battista

Apple ha iniziato a offrire anteprime più lunghe dei brani musicali che vende sull’iTunes Store, passando da trenta a ben novanta secondi.

Le anteprime più lunghe sono riservate a canzoni con una durata maggiore di due minuti e mezzo e per ora sono disponibili solo sullo Store statunitense e solo per alcuni brani.

L’allungamento della durata degli estratti (che sono in streaming) era stato anticipato diversi mesi fa quando era circolato il contenuto di una comunicazione inviata dall’azienda di Cupertino a etichette discografiche e detentori dei diritti. Si trattava in sostanza di un ultimatum che lasciava la scelta tra l’approvare le preview più lunghe senza variazioni nei compensi o il ritirare immediatamente il proprio materiale dall’iTunes Store in caso di dissenso. 

Vale la pena evidenziare che la mossa di Apple infrange una sorta di tabù: le anteprime di trenta secondi sono state lo standard per oltre un decennio, più o meno da quando è cominciata legalmente la vendita di file in formato mp3. Ma non è solo questione di tradizione: il minutaggio degli estratti era legato anche a una banale questione di royalties dato che sino a trenta secondi di preview in streaming, tradizionalmente non si pagava nulla a società che gestiscono i diritti come ASCAP

La novità è sicuramente positiva per i consumatori che hanno più tempo per preascoltare un brano e quindi più strumenti per decidere se vale la pena acquistarlo o meno. Ed è potenzialmente positiva per Apple e chi guadagna dalla distribuzione digitale attraverso l’iTunes Store. È però da capire se sigenererà un aumento dei costi relativi al diritto d’autore e alle licenze di cui sono dotati i siti, e se questo costo si ripercuoterà sul consumatore finale.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it