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Apple: addio all’Xserve

Apple sta per ritirare dal mercato il suo Macintosh da datacenter, eliminando così l’ultimo prodotto della sua offerta aziendale. Rimarranno, come in passato, solo varianti server dei Mac consumer e desktop.

di Nicola D’Agostino

Oggi, 31 gennaio 2011, è l’ultima data utile per ordinare da Apple un Xserve. L’azienda di Cupertino ha comunicato lo scorso novembre la dismissione e in questi mesi a nulla sono valse proteste, obiezioni e petizioni per mantenere in produzione un modello di Macintosh tanto apprezzato quanto poco redditizio per l’azienda.  

L’Xserve è stato lanciato nel maggio 2002 e nel corso di questi nove anni si è evoluto e arricchito di soluzioni complementari. Dal processore originario, il PowerPC G4 a 1 GHz si è passati nel gennaio 2004 al G5 e poi, a partire dal novembre 2006, agli Intel Xeon. Nel 2003 sono arrivate la versione da usare come nodo per cluster, poi aggiornata a G5, e una variante RAID, con spazio per quattordici dischi.

L’Xserve per cluster non è mai passato a processori Intel e nel 2008 c’è stato l’addio in sordina all’Xserve RAID. All’epoca il portavoce Anuj Nayar disse che l’azienda aveva “deciso di concentrare gli sforzi” su “Xserve, Xsan and Leopard Server” ma l’ultimo aggiornamento dell’Xserve è stato nell’aprile 2009: poi il nulla.

Il sistema operatico come il software SAN sono ancora sviluppati e disponibili ma a partire da domani l’offerta professionale hardware server di Apple è sostanzialmente azzerata e manca un degno sostituto. Le soluzioni proposte da Infinite Loop consistono in varianti del Mac mini e del Mac Pro, che presentano evidenti limiti di potenza e dimensioni, rispettivamente, e rendono difficile se non impossibile l’utilizzo di Mac OS X Server in datacenter e ecosistemi IT.

L’immagine dell’Xserve è “courtesy of Apple”.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it