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Anche Apple in lotta per Unix

Di chi sono i diritti del “papà” di Linux? Di Microsoft? Dell’Open Group? In mezzo al contenzioso che vale miliardi di dollari c’è anche la Mela con il suo sistema operativo.

di Nicola D’Agostino

Apple si trova nel bel mezzo di un contenzioso legale per l’uso non autorizzato del termine Unix con Open Group, che ne detiene il copyright.
Inevitabile il collegamento alle vicende che hanno visto Sco tacciare di illegalità le distribuzioni Linux, che conterrebbero codice proprietario Unix, segretamente aggiunto da Ibm.

Sco sarebbe dunque il proprietario di Unix e lo avrebbe poi concesso in licenza a Microsoft? In risposta a queste affermazioni l’Open Group ha rilasciato dei comunicati stampa e una serie di puntuali dichiarazioni che chiariscono come Sco possieda solo ed esclusivamente diritti inerenti al codice che erano in origine di At&t e poi di Novell, ma non il marchio registrato UNIX né tantomeno la definizione di cosa sia un sistema Unix. Questi diritti spettano all’Open Group che stabilisce le specifiche e concede e certifica numerose aziende che si fregiano nelle loro implementazioni dello standard legato al nome Unix, tra cui anche Sco e Ibm.

Lo stesso vale dunque per Apple, il cui ultimo sistema operativo, Mac OsX, non solo ha alla sua base Darwin, derivato da Bsd e perciò strettamente imparentato con Unix, ma che viene in più occasioni definito e pubblicizzato come UNIX based.

La logica conseguenza, per il Ceo dell’Open Group è che Apple deve richiedere, dietro pagamento di circa 110.000 dollari la certificazione per l’uso del marchio UNIX.
Il diniego dell’azienda (che ha chiesto al giudice di dichiarare il marchio non valido in base alla assodata genericità del termine) è alla base dello scontro iniziato nel 2001 e che potrebbe portare ad un dibattimento all’inizio del prossimo anno.

Emerge la complessità delle vicende legate al sistema operativo Unix che ha alle spalle 30 anni di storia tormentata. L’Os è stato protagonista di agguerrite lotte per il possesso della tecnologia (ma anche del nome), scissioni, passaggi di mano, il tutto anche a causa di una popolarità che lo ha reso di fatto uno standard diffusissimo (per esempio negli ambienti di ricerca) e implementato in numerose varianti, non ultimi i sistemi Gnu basati sul kernel Linux.

C’è infatti chi afferma che tutti i derivati dal glorioso sistema operativo sviluppato negli anni ‘70 presso i laboratori Bell, siano “figli” di Unix e ne condividano l’eredità. Esplicita la dichiarazione di uno dei due creatori, Dennis Ritchie: «I don’t particularly distinguish Unix from Linux…» (non faccio una grande distinzione tra Unix e Linux).

È a questa “eredità condivisa” che fa riferimento la difesa di Apple. Anche se lontana dagli eccessi di cautela di chi tuttora scrive *NIX (ma c’è anche chi ironizza sulla questione), l’azienda della mela ha finora fatto uso del termine in un’accezione generica. Sul suo sito ricorre l’espressione “UNIX based” e non la dicitura UNIX (r) che rappresenterebbe un riconoscimento dell’autorità e dei diritti che l’Open Group rivendica con vigore.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it