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Alternative System – TriangleOS

Non è imparentato con le finestre di Redmond né con il pinguino di Torvalds né con il diavoletto di BSD: è un giovane e ambizioso sistema operativo. Il suo simbolo? Il triangolo.

di Nicola D’Agostino

TriangleOS è un sistema operativo gratuito a 32 bit multitasking e multithread per la piattaforma x86. Non basato su alcun sistema preesistente ma creato ex novo in C e Assembly, TriangleOS è un sistema minimale ma ambizioso da soli 1,4Mb (entra e gira da un semplice floppy) frutto degli sforzi di un unico sviluppatore, Wim Coools, il cui sito è interamente dedicato all’OS. Cools è al lavoro da circa quattro anni su questo progetto che punta a creare qualcosa di nuovo e non il solito clone Windows o *nix.

Boot di TriangleOS

Gli obiettivi dichiarati di TriangleOS sono di essere amichevole con un’interfaccia facile e coerente, avere dimensioni e richieste hardware ridotte, essere sicuro, adattarsi ad usi sia desktop che server, automatizzare i compiti ripetitivi e far lavorare il computer al posto dell’utente; garantire l’accesso rapido alle informazioni centralizzando la gestione dei dati e infine anche mobile, capace di interfacciarsi a dispositivi mobili. Sono obiettivi ambiziosi, alcuni dei quali devono ancora essere realizzati. Nel frattempo ciò che abbiamo è un curioso e riuscito esempio di ottimizzazione e sviluppo indipendente. TriangleOS su un unico floppy ha kernel, driver e applicativi e offre la doppia scelta tra un’interfaccia a caratteri (un miscuglio di look MS-DOS e modus operandi Unix) e una grafica (vagamente ispirata al BeOS).

Schermata di TriangleOS

In entrambe i casi si vede il notevole lavoro svolto: il sistema è pronto ad essere esplorato ed usato, anche collegandosi alla rete. Sono tanti i particolari da scoprire e nonostante lo spazio limitato sono acclusi dei programmi già funzionanti, tra cui anche alcuni rifacimenti di giochi classici come Tetris e Arkanoid.

Schermata di TriangleOS

Ma TriangleOS ha, come dicevamo, tra le sue priorità anche la sicurezza: esiste un “Application Security Layer” che dovrebbe prevenire codice maligno come worm e virus e limitare con regole e permessi, come in Unix, cosa si può fare con programmi e file.

L’attenzione alle caratteristiche tecniche evolute è testimoniato anche dall’arrivo a breve di un layer VFS.La versione che abbiamo provato è la 0.3 ma è in dirittura d’arrivo la 0.5, di cui sul sito sono presenti delle schermate. Tra le principali novità della 0.5 c’è un nuovo filesystem virtuale (VFS) che non sfigura, almeno sulla carta, nei confronti di OS più blasonati: supporto per indicizzazione dei contenuti e database con gestione centralizzata dei dati e spazio per metadati (e quindi keyword, relazioni, attributi e categorie). Funzioni di journaling (il sistema di log dei filesystem che permette di “tornare indietro” nel caso di problemi) e compatibilità all’indietro con il filesystem precedente.

Anteprima di TriangleOS 0.0.5

A chi si chiede qual’è lo status legale di TriangleOS rispondiamo che seppur scaricabile e utilizzabile in forma gratuita, l’autore non ha reso disponibile il codice sorgente dell’OS. Nella pagina delle FAQ, Cools confessa però di non aver ancora deciso in merito e di non escludere il rilascio dei sorgenti. Sono però in preparazione, nei tempi purtroppo lenti che ha un progetto portato avanti da una sola persona, sia un SDK, un Software Developer’s Kit che dei manuali aggiornati. Nel frattempo sono benvenuti commenti e segnalazioni da parte di utenti curiosi e smanettoni, così come proposte di collaborazione. Non resta che dare una chance a TriangleOS!

Quelle icone non mi sono nuove…

Esplorando TriangleOS si nota che seppure si tratti di un lavoro originale, qui e lì si sente l’influenza delle scelte di altri sistemi operativi. E non solo quelli: notiamo che in diverse schermate, tra cui il nuovo pannello di controllo di sistema dell’ 0.0.5 compaiono le levigate icone del tema Crystal create dal designer Everaldo per Conectiva Linux, nome che figura -giustamente- anche nei credits di TriangleOS.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su "Hackers Magazine" n. 29 del 09/2005