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Alpine: la nuova posta a linea di comando

È l’erede di Pine. Ed ha anche una versione online, per chi vuole una webmail da vero smanettone.

di Nicola D’Agostino

Il tempo passa e anche le vecchie glorie si avviano sul viale del tramonto. È questo il destino anche dello storico programma di posta elettronica, Pine, il cui nome significa letteralmente pino ma sta anche per una serie di acronimi tra cui “Program for Internet News and E-mail”.

Dopo quasi vent’anni di vicissitudini nel 2005 l’Università di Washington, dove il programma era nato nel 1989, ha deciso di dedicarsi a produrre un erede. Il suo nome? Alpine!

Una cosa in famiglia

Sul sito dell’università si può leggere la storia di Alpine che è nato sostanzialmente per ripensare il codice di Pine e per rilassare un po’ le vecchie restrizioni sulla licenza.

Homepage di Alpine

Ecco allora un nuovo progetto, rilasciato con licenza Apache 2.0 che permette la ridistribuzione di versioni modificate e ha un nome (e un logo) che richiama il “vecchio” Pine ma anche il salubre panorama del nord-ovest statunitense dove ha luogo l’Università che lo sviluppa.

Versioni

Se Pine, considerato maturo, è ormai stabilizzato (cioè fermo) da alcuni anni alla versione 4.64, Alpine è ancora un work in progress partito con la 0.80 a fine 2006. La 1.0 è stata rilasciata alla fine del dicembre 2007 e può vantare di essere il programma con cui Linus Torvalds sbriga la sua posta, come affermato in un’intervista di gennaio.
Alpine è ovviamente multipiattaforma: sul server ftp ufficiale si trovano il sorgente come i pacchetti RPM e DEB che includono anche l’editor Pico. C’è poi un installer per Windows e binari eseguibili per Mac OS X e addirittura per Nokia N800.

Il futuro è online

I cambiamenti di Alpine rispetto a Pine sono prevalentemente interni e relativi al codice.
Tra gli aspetti nuovi e visibili all’utente c’è la ricerca di una maggiore usabilità e una curva di apprendimento meno ripida, anche grazie ad un help contestuale. Meno rigida anche l’interfaccia utente che è più curata e personalizzabile.

Sull’interfaccia è interessante il lavoro che ha prodotto una versione online di Alpine. A dire il vero esisteva già qualcosa del genere per Pine ma con Alpine gli sviluppatori stanno puntando a fornire una webmail dalla UI moderna e curata di cui è in preparazione l’ambiziosa versione 2.0.

Alpine 2.0

WebAlpine

All’indirizzo
https://alpine.cs.washington.edu:5131/session/greeting.tcl si può provare su strada l’ancora acerbo WebAlpine 1.0.

Login di WebAlpine

.jpg

Per farlo si può sfruttare un account GMail via IMAP (http://mail.google.com/support/bin/answer.py?answer=78799). Dove si dice Server selezionare la voce “Server of Your Choice” e comparirà la richiesta del server e cioè imap.gmail.com/ssl
Nei campi username va ovviamente l’account di Google, subito sotto la password e infine in fondo va spuntata la casella “Use SSL Session Encryption”.

scrittura di un messaggio con WebAlpine

Alpine IS Pine

Uno dei tormentoni del movimento per il Free Software è l’abuso di acronimi ricorsivi e spesso retroattivi.
L’esempio più noto è sicuramente quello di GNU, che sta (anche) per “Gnu (is) Not Unix), e per molti “Pine Is Not Elm”.
E Alpine? Beh, non ha bisogno di acronimi o proclami visto che non è l’antagonista ma l’evoluzione ufficiale. In altre parole: Alpine Is Pine.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su "Hacker Journal" n. 149 del 17 aprile 2008