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Alan Moore, Frank Miller e il movimento Occupy

Alla luce delle proteste degli “indignati” statunitensi, due tra i più grandi autori di fumetto fanno sentire la loro voce, schierandosi uno a favore e l’altro contro.

di Nicola D’Agostino

La maschera V for Vendetta al festival fumettistico Komikazen - Credits: Nicola D'Agostino

I due autori chiave del “rinascimento fumettistico americano” hanno posizioni totalmente opposte sulla protesta dal basso, in corso da mesi negli Stati Uniti.
Lo ha evidenziato Alan Moore in una dichiarazione recente, in cui commenta con estrema lucidità la posizione dell’autore di “The Dark Knight Returns”, “Sin City” e “300”.

All’inizio della settimana scorsa Moore si era già espresso sull’adozione da parte di Anonymous e poi del movimento Occupy della “sua” maschera* di Guy Fawkes utilizzata dal protagonista di V for Vendetta.
L’autore di Northampton infatti dichiarato al Guardian che riteneva “curioso” come “un personaggio creato trent’anni fa sia in qualche modo sfuggito al regno della finzione” e che era venuto a patti con il fatto che alcune delle sue storie “si diffondano nel mondo materiale”.

Qualche giorno dopo Moore ha confermato al sito web Badhaven di stare dalla parte di Occupy e di non condividere affatto le dichiarazioni di Frank Miller che sul suo sito ha definito i manifestanti come un “branco di zoticoni, ladri e stupratori, una folla scalmanata, alimentata da nostalgia dell’epoca di Woodstock e un putrido e falso senso di giustizia”.

“Saranno vent’anni che evito di guardare quello che produce Frank Miller. Penso che Sin City fosse misoginia vecchio stile, 300 l’ho trovato storicamente falso, omofobico e fuorviante. Direi che nella sua opera è da tempo evidente un tipo di sensibilità alquanto spiacevole. Dal momento che non ho nulla a che vedere con l’industria del fumetto, non ho niente a che fare neppure con la gente che la popola. Ho sentito delle sua dichiarazioni a proposito del movimento Occupy. È quello che mi sarei aspettato da lui.
Mi è sempre sembrato che la maggioranza del fumetto, a inquadrarlo politicamente, sia di centro destra. Non ci si spinge più di tanto verso il lato liberale dello spettro. Io non sono così, non so neanche se mi definirei di centro sinistra. E sono sempre stato chiaro in proposito sin dall’inizio della mia carriera. Quindi sì, Frank Miller ed io abbiamo una visione diametralmente opposta su tante cose, di sicuro riguardo al movimento Occupy.”

Moore ha proseguito affermando che

“il movimento Occupy non è altro che gente normale che rivendica diritti che avrebbero sempre dovuto avere. […] Si tratta di un grido di rivalsa morale totalmente giustificato, e mi sembra sia gestito in maniera intelligente e non violenta, che è forse uno dei motivi per cui non piace a Frank Miller. Magari se fosse stato un branco di giovani vigilanti sociopatici vestiti da Batman, gli sarebbero andati bene. Sì, direi che la pensiamo diversamente su questo tema.”

* Nota: Da diversi anni Alan Moore non percepisce alcun provente dalla vendita della maschera di V e in generale da “V for Vendetta” avendo rinunciato alla sua quota in protesta per il trattamento subito dai dirigenti della DC Comics. È invece il colosso Warner Bros, che possiede la DC Comics, a incassare una percentuale ogni volta che una maschera viene venduta, magari per andare a coprire il volto di chi contesta lo strapotere di banche e corporazioni.

Articolo originariamente pubblicato su Panorama.it