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Adobe all’attacco

L’azienda fondata da Chizen e Warnock è impegnata in un’offensiva su più fronti. Tra questi c’è la lotta alle manipolazioni degli scatti digitali.

di Nicola D’Agostino

adobe_logo.gifNegli ultimi due mesi Adobe pare impegnata in un’offensiva su più fronti.

A fine gennaio ha chiuso la fase di test di Lightroom, messa in vendita nella seconda metà di febbraio. L’inizio di marzo è stato scosso dall’annuncio di una versione online gratuita di Photoshop che si è poi scoperto meno potente e imparentata solo nel nome con il celebre programma di fotoritocco.

Le ultime settimane hanno visto susseguirsi comunicati relativi alla prossima suite Adobe Creative Suite (con dentro il nuovo Photoshop anche per Mac Intel) e alla promettente tecnologia di sviluppo Apollo che si propone come antagonista di Ajax nel settore delle web apps.

In mezzo a questa fitta salva di software, tecnologie e pacchetti c’è anche un meno chiacchierato ma altrettanto interessante lancio di Adobe in uno dei campi che più le competono: le fotomanipolazioni.
Dopo il fotoscandalo dello scorso anno e non disdegnando un futuro business l’azienda fondata da Chizen e Warnock ha dichiarato di volersi rimboccare le maniche per aiutare in futuro ad identificare le manipolazioni degli scatti digitali.

Tutto ruoterà attorno a plug-in per Photoshop che gestiranno e controlleranno l’autenticità delle immagini.
In due modi:

  1. Anzitutto ogni immagine potrà essere contrassegnata con il numero di serie della macchina fotografica che l’ha prodotta, tecnica su cui Adobe sta lavorando con Canon.
  2. Un algoritmo analizzerà e evidenzierà similtudini e discontinuità anormali (leggi: sospette) nelle immagini, automatizzazione di una tecnica già nota ed usata da alcuni anni dagli “investigatori” digitali.

Il compito però non sarà semplice nè sopratutto immediato. Adobe ha ammesso che ci vorrà da uno a tre anni per migliorare la rilevazioni antimanipolazione: per ora nel 10% dei casi i plug-in segnalano come ritoccate foto che non lo sono.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it